Giallo in aeroporto: spariti 135 mila euro dalla cassaforte

Il colpo prima di Natale, la denuncia 15 giorni dopo. Non ci sono segni di scasso, chi ha aperto conosceva la combinazione

TESSERA. All’aeroporto Marco Polo hanno preso il volo ben 135mila euro. Soldi spariti nel nulla dalla cassaforte della società che gestisce i bar dell’aerostazione. Un furto da veri professionisti che per il momento sembra non aver lasciato tracce, denunciato alla polizia di frontiera che fa servizio all’interno del Marco Polo.

Il colpo sarebbe avvenuto tra il 10 e il 20 dicembre scorsi. La prima cosa certa è che il 20 un addetto della società controllata da Save apre la cassaforte per prelevare del denaro. All’interno ci sono anche documenti. Composta la combinazione segreta di numeri per sbloccare la cassaforte, apre il forziere. Rimane senza fiato. Infatti all’interno non c’è l’ombra di un euro. Lui era convinto di trovare del denaro, parecchi soldi. Controlla più volte per verificare se i soldi c’erano. Ma niente, nemmeno mezzo euro. L’addetto della società a quel punto controlla i documenti della contabilità per accertarsi che il denaro non fosse stato prelevato da altri in un altro momento. O addirittura, si augura, mai versato. Niente di tutto questo. I soldi non ci sono e basta.

Avvertito un suo superiore iniziano delle verifiche per capire se realmente i soldi erano stati depositati nella cassaforte e che non fossero stati prelevati da qualcuno della società con procedure anomale. Inutile ogni controllo, nulla di anomalo viene riscontrato nelle operazioni di deposito dei soldi che rappresentano l’incasso dei bar gestiti in aerostazione.

Della scomparsa del denaro se ne riparla quindici giorni dopo quando i responsabili della società si presentano dalla polizia di frontiera per denunciare il furto. Naturalmente il tempo trascorso non gioca a favore delle indagini. Comunque sia, gli investigatori cercano di capire cosa sia successo e come. Anche perché l’aerostazione teoricamente è uno dei luoghi più sicuri della città grazie pure ai numerosi sistemi di videosorveglianza che controllano ogni angolo dell’aeroporto. Compresi anche gli uffici amministrativi.

A questo punto il giallo s’infittisce. Infatti dai primi accertamenti emerge che la cassaforte non era stata scassinata in nessun modo e di conseguenza era stata aperta regolarmente. Inevitabile pensare che chi l’ha aperta per prelevare il denaro conoscesse la combinazione segreta di numeri che consente di aprire lo sportello della cassaforte. Molto probabilmente la persona sapeva pure che all’interno c’erano i soldi.

Ma le sorprese non erano finite. Infatti l’aerostazione è una struttura che ha telecamere di videosorveglianza posizionate in ogni dove. Soprattutto a protezione delle aree d’imbarco e degli uffici. Ebbene quelle che dovevano servire a proteggere i corridoi e gli uffici dove era custodita la cassaforte con i soldi erano state oscurate e di conseguenza nessuno è stato ripreso mentre entrava o usciva dall’ufficio nel momento in cui è stato commesso il furto. Da capire se si è trattato di una casualità il fatto che le telecamere non hanno ripreso il ladro. Pare molto strano.

Il giallo s’infittisce per le troppe coincidenze e per il fatto che la denuncia sia stata presentata una quindicina di giorni dopo il furto e non subito come logica vuole.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia