Getta una molotov contro il centro profughi

Disabile psichico tenta di dare fuoco alla casa San Raffaele della Caritas. Il direttore amareggiato: "Troppe parole di fuoco contro i richiedenti asilo solo per raggranellare qualche voto. Siamo adulti e dobbiamo capire che le parole incendiano le menti più deboli"
Il responsabile del centro Caritas, Francesco Vendramini, mostra il punto dov'è scoppiata la molotov (foto Abbadir)
Il responsabile del centro Caritas, Francesco Vendramini, mostra il punto dov'è scoppiata la molotov (foto Abbadir)

MIRA. Il clima di tensione generale e locale negli ultimi mesi a Mira, con le varie polemiche di partito scoppiate sulla presenza degli immigrati, fa brutti effetti sulle menti instabili. Un disadattato ha lanciato sabato notte un rudimentale ordigno incendiario contro l'ingresso di un centro di accoglienza per immigrati.
 Ma ecco i fatti. G.T un uomo di Mira da tempo in cura ad un centro di igiene mentale dell'Asl13 a Dolo, si era convinto nelle scorse settimane che una bicicletta che si trovava al " San Raffaele", centro di accoglienza per immigrati gestito dalla Caritas in via Riscossa 18 a Mira Porte, fosse la sua.
 Era convinto cioè che gli ospiti del centro di accoglienza gliela avessero rubata: una storia inventata di sana pianta, probabilmente per trovare qualcosa con cui accusare i profughi. La bici, infatti è stata regolarmente acquistata. Ma G. T dopo essersi rivolto al centro Caritas chiedendo che gli fosse restituita la bici e venendo allontanato, ha denunciato il fatto ai carabinieri della locale tenenza che si trova in via Toti a Mira Taglio. I carabinieri hanno fatto indagini, poi gli hanno fatto capire che la bici non era sua. G. T però aveva bisogno di scaricare la sua rabbia e l’ha fatto contro il centro profughi. Cos’ sabato sera verso le 21 ha preso un barattolo di conserva di grandi dimensioni e lo ha riempito di benzina. Ha inserito uno stoppino e ha lanciato questa specie di molotov addosso alla porta d’ingresso del centro di accoglienza.
 A raccontare come è andata sono direttamente gli stessi immigrati del San Raffaele (ne ospita una ventina) e Francesco Vendramin responsabile del centro di accoglienza. «Abbiamo visto- spiegano gli immigrati - un grande bagliore nel buio della sera. Ci siamo subito resi conto che qualcuno ha tentato di dare fuoco a tutto gettandoci addosso una molotov . Abbiamo perciò preso un estintore che abbiamo nella struttura e spento l'incendio che stava già cominciando a divorare il balcone. Abbiamo inseguito l'attentatore, lo abbiamo bloccato e abbiamo chiamato i carabinieri».  I carabinieri sono arrivati e hanno proceduto all'arresto dell'uomo.

Il personale e i profughi che hanno fermato l'uomo che ha lanciato la molotov (foto Abbadir)
Il personale e i profughi che hanno fermato l'uomo che ha lanciato la molotov (foto Abbadir)


 Sulla vicenda c'è l'amaro commento di Francesco Vendramin responsabile della struttura per la Caritas. «Si è trattato - dice Vendramin - di un atto portato a termine da un disadattato con gravi squilibri mentali. Va detto però che questi gesti possono essere favoriti da un clima di grande tensione sul tema dell'immigrazione in cui le parole incendiarie di alcune forze politiche poi possono armare anche inconsapevolmente le mani di povere persone fuori di testa. Per fortuna a parte i danni, non ci sono stati feriti, ma poteva andare peggio. Nei mesi scorsi sempre a Mira, forti erano state le proteste di forze politiche come la Lega e Forza Nuova, per l'arrivo dei richiedenti asilo politico. Siamo persone adulte: a volte parole più pacate possono evitare di incendiare gli animi di persone fragili mentalmente come quella arrestata. Persone che ci mettono poco a passare dalle parole ai fatti».
 

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