Gestione del centro di accoglienza di Cona, a processo l'ex prefetto Cuttaia e i vertici di Edeco

Carlo Boffi  assolto per il falso alla Commissione parlamentare d'inchiesta, ma condannato a 20 giorni di reclusione per l'omesso controllo sull'invio di una mail che avvertiva dell'imminente controllo
L'ex prefetto di Venezia Carlo Boffi
L'ex prefetto di Venezia Carlo Boffi

VENEZIA. Primo giudizio per l’inchiesta che vede la Procura accusare la (ex) Prefettura di Venezia di aver coperto con viste annunciate la mala gestio della coop Edeco per il centro di accoglienza migranti di Cona, gremito di richiedenti asilo oltre ogni misura.

La giudice per le udienze preliminari Francesca Zancan ha assolto l’ex prefetto Carlo Boffi dall’accusa di aver raccontato il falso alla commissione parlamentare d’inchiesta sull’accoglienza, quando disse che le visite al centro erano state fatte senza preavviso e non erano state rilevate inadempienze.

Venti i giorni di reclusione per lui, invece, per l'accusa di omesso controllo colposo su una mail che annunciava una visita al centro. La Procura aveva chiesto 16 mesi di condanna.

Il difensore Maurizio Paniz ha annunciato il ricorso in appello: “E’ innocente al 100 per cento”. La giudice ha invece accolto le richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla pm Federica Baccaglini (che ha seguito le indagini con la collega D’Alessandro) nei confronti dell’ex prefetto di Venezia Domenico Cuttaia, dell’allora vicario Vito Cusumano, della vice Paola Spatuzza e dei responsabili della coop che gestiva il centro di Cona: i padovani Simone Borile, la moglie Sara Felpati, Gaetano Batocchio, Annalisa Carraro, Marco Arboit.

I gestori sono accusati di aver certificato il falso sul numero di operatori e personale sanitario in servizio, violando gli obblighi contrattuali e procurandosi un ingiusto profitto per oltre 200 mila euro, e di aver concordato con l’ex prefetto Cuttaia e i funzionari le visite al centro, per far apparire tutto in regola, quando nulla lo era. Deciderà il tribunale di Venezia, prima udienza il 18 marzo. Prosciolti, invece, da ogni accusa i funzionari Rita Conte, Luciano Giglio, Gabriele Ballarin.

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