Genagricola collabora con la coop per l’inserimento di giovani disabili

Una decina di ragazzi della struttura “Il gabbiano - Il pino” di Fossalta coinvolti in attività di giardinaggio nella tenuta di Ca’ Corniani a Caorle 

il progetto

Durante la giornata si occupano di attività di giardinaggio e di cura degli ambienti all’interno della tenuta di Ca’ Corniani. Una decina di ragazzi diversamente abili sono i protagonisti di un significativo progetto occupazionale avviato grazie alla collaborazione tra Genagricola e la cooperativa Il Gabbiano – Il Pino, struttura per disabili di Fossalta di Portogruaro.

Genagricola, holding agroalimentare di Generali Italia e maggior azienda agricola italiana, da tempo ha adottato un modello gestionale attento ai valori sia per il mondo dell’agricoltura, sia per il contesto sociale, nella convinzione che l’attività debba tenere conto dell’ambiente in cui opera, favorendo la creazione di progetti di cooperazione con associazioni per l’inserimento nel mondo del lavoro di soggetti svantaggiati.

Ecco l’idea della collaborazione con la cooperativa Il Gabbiano – Il Pino, per l’avvio di un progetto occupazionale che impiega una decina di ragazzi diversamente abili in attività di giardinaggio e cura degli ambienti all’interno dei 1770 ettari della tenuta di Ca’ Corniani.

«La collaborazione con la cooperativa Il Gabbiano – Il Pino estende all’azienda di Caorle un modello già applicato in altri contesti da Genagricola, che in passato ha collaborato con San Patrignano e tuttora collabora con la cooperativa Capodarco nel Lazio», spiega Gilberto Conficoni, che guida i progetti speciali di Genagricola. «In un contesto di apertura, inclusione e condivisione com’è quello che Ca’ Corniani sta diventando per le comunità locali, ci è sembrato naturale offrire un’opportunità a questi ragazzi, che hanno saputo cogliere svolgendo con diligenza le attività assegnate». Un’esperienza importante per i soggetti coinvolti. «Questo tipo di esperienza», conferma il vice presidente della cooperativa Luca Buoso, «è proficua perché permette di valutare le reali capacità operative dei singoli, di compensarle attraverso l'impiego di soci lavoratori in stato di svantaggio, ma soprattutto di accompagnare i nostri ospiti in contesti sociali e occupazionali normalizzanti». —

Giovanni Monforte

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