Gasolio nel Lusenzo inquinata la laguna
CHIOGGIA. Ancora uno sversamento di idrocarburi in acqua, nella laguna del Lusenzo, il “cuore” ambientale e paesaggistico della città. Una chiazza lunga decine di metri, sottile come un velo, dai riflessi color dell’arcobaleno, è comparsa ieri mattina sul tratto di fondamenta dove si affaccia lo stadio intitolato ai fratelli Aldo e Dino Ballarin e si è espansa, col passare delle ore, ai canali limitrofi, dal Perotolo, al canal Lombardo interno. Ma, al di là della descrizione, quasi poetica, dello strato oleoso, resta il dato di fatto dell’inquinamento, dell’ennesima ferita inflitta a un ecosistema delicatissimo, quale è quello lagunare. Di sicuro questa mattina (a meno di altri sversamenti) di quella chiazza non si vedrà più nulla: le onde l’avranno frammentata e dispersa, la polvere e le impurità l'avranno appesantita e fatta posare sul fondo: invisibile ma ancora ben presente e in grado di contaminare la catena alimentare, sia pure con frazioni infinitesimali che, a lungo andare si accumuleranno negli organi dei pesci, dei molluschi e degli esseri umani: e sono (siamo) proprio questi ultimi con lavaggi improvvisati dei motori, con scarichi frettolosi delle sentine delle barche e operazioni simili a causare l’inquinamento. Poi, magari, non se ne accorge quasi nessuno: ieri, a parte la segnalazione su un noto blog cittadino (e qui ci sarebbe da riflettere su come si manifesta lo spirito civico) nessuno ha avvertito polizia locale, vigili del fuoco o guardia costiera. E se anche qualcuno lo avesse fatto, l’intervento operativo è quasi impossibile: bisogna avvertire le Guardie ai fuochi, stendere le panne e pagare l’intervento con soldi pubblici che, di solito, non ci sono. E, intanto, la laguna muore. (d.deg.)
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