Gasolio in mare a Jesolo vietata la balneazione

Interessato un tratto di mare molto frequentato all’altezza di piazza Torino Ci vorranno almeno 48 ore per far bonificare l’area. Allarme tra i bagnanti
Di Giovanni Cagnassi

JESOLO. Chiazza di gasolio in mare verso piazza Torino, improvviso divieto di balneazione ieri pomeriggio per circa trecento metri di larghezza della spiaggia del lido di Jesolo per almeno 48 ore. Precisamente tra le torrette 23 e 25 della Jesolo Turismo è comparsa questa macchia molto estesa, che è stata subito segnalata dai guardiaspiagge appostati sulle torrette i quali si sono messi in contatto senza perdere tempo con la capitaneria di porto. La chiazza al largo era estesa per circa un chilometro, ma è andata sempre più compattandosi, arrivando a riva sui 300 metri circa.

Dalla sede della guardia costiera jesolana è subito giunto il gommone in dotazione ai militari che ha circoscritto la chiazza e iniziato le operazioni di controllo e contenimento con la panne assorbenti. Informata anche la polizia locale che ha inviato sul posto l’imbarcazione Ecolag, quella che veniva impiegata per combattere la mucillagine. L’informativa è stata dunque diramata all’Asl 10 dipartimento di prevenzione e anche all’Arpav che inviato i suoi tecnici sul posto per gli esami e i controlli dell'acqua. Gli assistenti ai bagnanti della Jesolo Turismo hanno alzato dunque la bandiera rossa, che indica una situazione di pericolo in mare, mentre la balneazione è stata infine vietata. Il sindaco Valerio Zoggia ha deciso di firmare un’ordinanza che vieta la balneazione nel tratto di arenile compreso tra la torretta 23 e la torretta 25 all’altezza di piazza Torino a causa di un problema di inquinamento.

Verso mezzogiorno alla centrale operativa della polizia locale è giunta la prima segnalazione che indicava la presenza di una chiazza di gasolio in prossimità della riva. Sul posto è intervenuta subito una pattuglia che nel frattempo ha allertato i vigili del fuoco e la capitaneria di Porto. Sul posto poco dopo è giunto anche il sindaco Valerio Zoggia e i tecnici della Jesolo Patrimonio.

«La zona interessata è compresa tra la torretta 23 e la torretta 25 nel tratto di spiaggia davanti a piazza Torino», spiega il sindaco, «secondo le prime ipotesi della Capitaneria si tratterebbe di inquinamento da gasolio, probabilmente perso per un’avaria o per un guasto da un peschereccio o da qualche imbarcazione transitata al largo. La chiazza di gasolio si è spinta fino a riva a causa del vento. La Capitaneria assieme ai tecnici della Jesolo Patrimonio e ai vigili del fuoco sta delimitando la zona inquinata con delle barriere galleggianti che non consentono un ulteriore allargamento della zona interessata dall’invasione del gasolio. Sul posto sono presenti anche i tecnici dell’Arpav che hanno effettuato dei prelievi. A breve inizierà con delle pompe speciali l’aspirazione del gasolio dall’acqua. Prima che tutto torni alla normalità, però, saranno necessarie almeno 48 ore. Per questo ho fatto predisporre un’ordinanza che vieta la balneazione in quel tratto di arenile almeno fino a quando l’emergenza sarà cessata. È un fatto grave che non ci voleva proprio in questo momento della stagione ma che stiamo cercando di risolvere nel più breve tempo possibile e con il massimo impegno per evitare ulteriori disagi ai nostri ospiti che alloggiano in quel tratto di arenile».

La zona interessata è stata quella verso la fine di piazza Torino più o meno dove si trova anche il villaggio Marzotto. Tra i bagnanti, fuggi fuggi generale dall'acqua dopo che sono state fornite le informazioni sulla situazione di potenziale pericolo e invitate le persona a uscire dall’acqua e a non fare il bagno. Una ragazza appena uscita dal mare dopo un tuffo rinfrescante è rimasta impressionata: «Ho sentito tutti i capelli molto unti e un cattivo odore di carburante», dice R.S., «io e molti altri abbiamo avuto paura e siamo corsi a farci una doccia, ma certo quell’odore acre e di bruciato è rimasto sulla pelle. Poi abbiamo sentito del divieto di balneazione e visto tutti i mezzi della capitaneria che stavano arrivando assieme ad altre imbarcazioni e abbiamo capito che si trattava di qualcosa di grave».

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