Gasi chiede in questura il permesso di soggiorno
Emra Gasi ha fatto richiesta alla questura di Bari di un permesso di protezione internazionale. Il ventiduenne di San Donà, che era stato rinchiuso nel Cie di Bari perché ritenuto clandestino dopo una serie di controlli, è tornato a casa con un volo da Bari atterrato a Venezia e pagato a sue spese attraverso i legali e amici. Il suo stato di salute non era compatibile con la permanenza nel centro di accoglienza dal quale doveva essere rispedito in Serbia, paese di origine dei genitori, ma non il suo, come hanno evidenziato i legali Mariastella Mazzon e Ulyana Gazidede, che hanno confermato con tanto di perizia un suo ritardo mentale.
Emra ha esibito un certificato di nascita a Secondigliano, frazione del Comune di Napoli, che non sarebbe stato considerato valido, mentre al compimento del 18esimo anno non ha chiesto la naturalizzazione per avere la cittadinanza, perdendo così il diritto di chiederla. Ora dovrà richiedere lo stato di apolidia, quindi privo di cittadinanza, per poi ritentare. Ma al momento è a casa, anche se in una situazione precaria. «Sono in ansia», ha detto, «devo assumere farmaci specifici perché non so neppure se possono camminare, ho paura che mi prendano ancora e mi considerino un clandestino, quando io sono e mi sento cittadino italiano. L’esperienza al Cie è stata terribile e non vedevo l’ora di tornare da mia mamma, mio fratello e dagli amici che mi sono stati vicino in questi nove giorni».
Per lui si è mossa anche la parlamentare del M5S Arianna Spessotto che ha presentato un’interrogazione al ministero dell’Interno. Oggi Emra Gasi sarà in questura a Marghera per chiedere il permesso di soggiorno, poi il 22 dicembre sarà celebrata l’udienza davanti al giudice di pace di Venezia contro l’espulsione. È iniziata anche una raccolta firme in rete in suo sostegno. (g.ca.)
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