Garage abusivi in via Correnti Il Comune: «Dovete abbatterli»

Marghera, spedite 16 diffide ad altrettanti residenti: tre mesi di tempo, poi interverrà l’Amministrazione Eppure per alcune strutture gli inquilini avevano chiesto l’accatastamento e pagavano i tributi
Garage abusivi in via Corrente 17 Marghera.
Garage abusivi in via Corrente 17 Marghera.

Sedici diffide inviate dagli uffici del Comune ad altrettanti cittadini di Marghera, residenti in via Correnti. Numeri civici differenti, medesimo il problema e la finalità ultima delle diffide.

Il Comune, attraverso i suoi uffici dello Sportello Unico Edilizia - Settore contenziosi, intima agli inquilini delle case comunali di via Correnti di demolire i vecchi garage in lamiera realizzati abusivamente almeno vent’anni fa e che sono rimasti in piedi, resistendo anche ai cambi di alloggi dei residenti. Si tratta di una delle aree più degradate di Marghera. In un paio di casi, si è scoperto, durante i controlli del Comune, che i vecchi inquilini, che hanno probabilmente costruito i box di lamiera, ne hanno chiesto poi l’accatastamento. La situazione, paradossale, degli abusi ha finito con il passare inosservata per anni in Comune, visto che per quei box malandati quei residenti hanno pagato qualcosa di più di affitto alle casse comunali.

Oggi, per effetto di nuove prescrizioni e normative, quelle strutture sono tornate ad essere per tutti i casi quel che sono: opere non previste, realizzate su suolo comunale e per di più degradate, vecchie e brutte a vedersi. E così di fronte agli abusi partono i procedimenti, atti dovuti da parte degli uffici comunali.

L’operazione “pulizia dai garage abusivi” in via Correnti a Marghera è partita dai controlli della Polizia municipale avviati a marzo 2013 e dai controlli del settore Patrimonio.

Ora arrivano le diffide, il che significa che i destinatari delle missive, inviate dagli uffici ispettivi del Comune, avranno novanta giorni di tempo per abbattere i box e le platee realizzati «su suolo di proprietà del Comune di Venezia in assenza del prescritto titolo abilitativo», come si legge nelle diffide che si appellano alle disposizioni recenti (come l’articolo 35 del Dpr del 2001 numero 380 e successive integrazioni) che obbligano in caso di abusi su suoli demaniali o di enti pubblici o dello stato alla «demolizione e ripristino dello stato dei luoghi».

Se i privati inquilini delle case comunali di via Correnti non toglieranno i box entro tre mesi dalle notifiche degli atti, partirà la procedura che prevede l’intervento diretto del Comune per le demolizioni con il costo addebitato ai destinatari delle missive inviate ai responsabili dell’abuso.

Sono sedici le diffide che interessano vari civici: i numeri 7, 9, 11, 13,15, 17. Per gli inquilini resta confermata la possibilità dell’intervento in autotutela e dell’eventuale ricorso al Tar del Veneto contro le decisioni degli uffici comunali. Mitia Chiarin

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