Gara di solidarietà sull’isola in aiuto ai bambini di Rechiza

LIDO. «Ha fatto bene a loro. Ma ha fatto bene anche a noi». Ridono i volontari che al Lido hanno ospitato i 12 orfani sordomuti provenienti da Rechiza, la città bielorussa più colpita in assoluto...

LIDO. «Ha fatto bene a loro. Ma ha fatto bene anche a noi». Ridono i volontari che al Lido hanno ospitato i 12 orfani sordomuti provenienti da Rechiza, la città bielorussa più colpita in assoluto dalle radiazioni scatenate dalla tragedia nucleare di Chernobyl. I bambini e ragazzi sono stati ospitati tutti insieme (essendo sordomuti non potevano essere frazionati in più case) nella foresteria del monastero di San Nicolò per un soggiorno terapeutico al mare. «I medici ci hanno spiegato che solo lo iodio può allungare le magre aspettative di vita di questi piccoli», spiegano i volontari, «anche se portare bimbi sordomuti al mare è pericoloso: ci vogliono molte più persone per sorvegliarli. Ma siamo riusciti a farli stare sempre al mare, esposti allo iodio».

Ogni sera i giovani ospiti potevano giocare con i coetanei dell’isola: «È stato bello, spiegano Susi, Franca, Francesca e Michela, «ci siamo accorti che i nostri ragazzi venivano qui la mattina e se ne andavano via la sera tardi. Poi abbiamo capito che erano rimasti colpiti dalla situazione di questi ospiti loro coetanei. Questi giorni hanno fatto maturare tutti, orfani e non». Commovente la gara di solidarietà che ha visto impegnate molte persone sull’isola per collaborare al soggiorno degli orfani. Solidarietà che ha permesso di raccogliere anche una parte della cifra per costruire delle finestre nei bagni del loro orfanotrofio. Per questo la raccolta fondi continuerà anche nei prossimi mesi.

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