Gara di solidarietà per il Centro islamico
«L'anno prossimo speriamo di poter organizzare una grande festa aperta a tutti nel nuovo centro islamico». È questo l'obiettivo a breve termine che si dà la comunità islamica di Mestre e Provincia, che giovedì sera ha organizzato, come di consueto, la cena collettiva di rottura del digiuno assieme agli "amici non musulmani". Una cena, la “Iftar dell'amicizia”, per condividere un momento tanto importante per i cittadini veneziani fedeli di Allah.
Tavoli imbanditi, inviti distribuiti ad autorità e uffici, ma soprattutto a quanti vengono in contatto, durante l'anno, con la comunità. Quest'anno la cena offerta dalla comunità, davvero speciale, è stata preparata dallo chef Hamed Sajjaad, che ha appena aperto un locale sulla Romea, il "Break-Time", assieme a suo fratello Hossein. Il menù era pakistano e il piatto principale a base di agnello riso e spezie.
Alle 9.07 esatte, la rottura del digiuno con un bicchiere d'acqua e tre datteri, poi il via alla cena, non senza un momento di preghiera. A fare gli onori di casa Mohamed Amin Al Ahdab presidente della Comunità islamica di Venezia, assieme a Omar Al Hnati, vicepresidente e a Bach Abdallah.
Alla cena ha partecipato una rappresentanza della Municipalità di Marghera, ma non era presente nessuno del Comune in senso stretto e neanche del Patriarcato, anche se nei giorni scorsi nel Centro di via Monzani si è svolta una cena alla quale ha partecipato la parrocchia della Cita.
Una serata riuscita, alla quale hanno preso parte davvero in moltissimi. Oltra alla consueta “zakat” (decima), fuori dall'entrata, anche i banchetti delle volontarie dell'associazione Islamic Relief Italia, un'organizzazione umanitaria internazionale non-governativa che sostiene progetti di emergenza e di sviluppo in oltre 30 Paesi. Appesi alle pareti i ciclostilati con le somme di denaro che ogni comunità che fa capo a via Monzani, devolverà a favore dell'acquisto del capannone di via Lazzarini dove verrà realizzato il primo centro islamico di proprietà.
La caparra è stata anticipata per comperare all'asta il capannone, entro il 5 settembre la somma deve essere versata per intero. «Si è instaurata una vera gara di solidarietà tra le comunità straniere», spiega Amin, «e siamo già a oltre la metà dell'importo».
«La cena comune», spiega Omar, «serve a farci sentire e a far capire che siamo parte integrante della società civile, vedere tanta gente musulmana e non ci fa piacere, perché cerchiamo con la nostra apertura di portare un messaggio di pace e misericordia, per questo spalanchiamo le nostre porte a tutti».
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