Gara di solidarietà per aiutare Aurora nel viaggio della speranza

DOLO. L’appello di Tania Maritan, la mamma della piccola Aurora Masato, costretta su una sedia a rotelle a causa di un terribile incidente stradale è stato accolto: decine di offerte sono arrivate già ieri mattina al conto corrente intestato alla bambina. La gara di generosità nei confronti della bimba coinvolge tutti in Riviera del Brenta, ma anche in altre parti della provincia di Venezia come Chioggia e in quella di Padova.
A muoversi è gente comune: baristi, imprenditori, anziani.Tania lo scorso gennaio era con la sua figlioletta di 4 anni Aurora Masato, sulla sua Twingo. All’improvviso un’auto, una Fiat Bravo è uscita da una stradina privata invadendo la sua corsia. Non potendo evitarla, la Twingo ha colpito la Bravo, finendo sulla corsia opposta addosso a una Passat. Da lì un calvario di sofferenze e ricoveri che hanno portato mamma e bimba in diversi ospedali. La mamma dopo tanti mesi e tante ferite, è riuscita a rimettersi in piedi. Per la piccola Aurora invece dopo tanti interventi e riabilitazioni i medici, in Italia, hanno sentenziato che allo stato attuale non ci sono speranze per poterla far camminare.
La mamma però non si è arresa e ha trovato un ospedale specializzato negli Stati Uniti a Baltimora, i cui medici hanno assicurato di poter curare Aurora e rimetterla in piedi. Il viaggio della speranza però non è coperto in questo momento, dal nostro Sistema Sanitario Nazionale e le assicurazioni, in causa nel sinistro stradale, non hanno ancora provveduto ad anticipare le somme necessarie.
I costi del trasferimento negli Stati Uniti sono proibitivi 3-4 mila euro al giorno. «È scattata – spiega la mamma – una vera e propria gara di solidarietà che mi ha davvero sorpreso e commosso. Decine di persone hanno chiamato l’agenzia di Bojon della Banca del Veneziano, per poter dare un contributo al mio piccolo angelo. Aurora è una bambina bellissima e vivace e credo che abbia diritto ad una speranza. Le cartelle cliniche di Aurora sono state visionate dai medici americani, tradotte e corredate da video specifici sulle capacità motorie. Dopo averle studiate i medici mi hanno detto di poterla rimettere in piedi. Spero per il prossimo gennaio di avere il via libera per partire insieme alla mia bambina e che alla fine possa camminare. Dopo aver avuto il preventivo del costo dell’intervento lo spedirò all’Asl 13 per una loro valutazione. Si deve agire in fretta però, e i tempi della burocrazia italiana sono lunghi». Ieri per Aurora si è mossa anche Patrizia Violi, la titolare di un bar a Chioggia. «Ho letto di questa storia sulla Nuova Venezia – dice – e sono rimasta commossa. Ho deciso di mettere un salvadanaio in bar e chi vuole potrà versare un’offerta che poi sarà versata alla bambina».
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