Galleristi privati di casa alla Bevilacqua La Masa

La Galleria Contini ha “affittato” la sede di San Marco durante la Biennale Arte Nessuna mostra di giovani artisti, ma una personale del suo artista Enzo Fiore
La Fondazione Bevilacqua La Masa in mano, anche, a una rete di galleristi privati. Scoppia un caso intorno all’istituzione pubblica dedicata alla promozione dei giovani artisti del Triveneto e controllata dal Comune, in base al lascito testamentario, oltre un secolo fa, della contessa Felicita Bevilacqua La Masa, che cedette in cambio dell’obbligo la concessione d’uso di Ca’ Pesaro, ora sede della Galleria internazionale d’arte moderna.


A far emergere il problema - sollevato da un’interpellanza appena presentata al sindaco Luigi Brugnaro dai due consiglieri del Gruppo Misto Ottavio Serena e Renzo Scarpa - è la mostra che in concomitanza con la Biennale Arti Visive la Bevilacqua La Masa ha ospitato nella sua Galleria di San Marco. Un’esposizione dell’artista milanese Enzo Fiore, curata dalla Galleria Contini che ha in sostanza preso in affitto la sede di San Marco per ospitare una mostra del suo artista, nel periodo-clou della Biennale Arti Visive, dal 30 aprile al 23 luglio. Perché, incredibilmente, nel periodo in cui Venezia si riempie di esposizioni d’arte, per l’effetto di trascinamento della Biennale e chiese, scuole, palazzi e persino magazzini si trasformano in sedi di mostre, la Bevilacqua La Masa - che ha uno spazio privilegiato come quello di Piazza San Marco - non aveva programmato nulla.


Di qui l’accordo tra il gallerista veneziano Stefano Contini - che ha fatto il suo mestiere e sfruttato la ghiotta opportunità che gli si è presentata - e il presidente della Bevilacqua La Masa, l’economista Bruno Bernardi, come lui stesso riferisce in questa stessa pagina, per ospitare la mostra di Fiore interamente pagata dal gallerista.


Ma un ruolo avrebbe avuto nell’accordo - a quanto risulta - anche il consigliere di amministrazione Roberto Zamberlan (già nella lista Brugnaro per le ultime elezioni, anch’egli con un lungo passato di gallerista privato, essendo stato per oltre trent’anni titolare della galleria d’arte veneziana Santo Stefano. Contini - come riporta anche l’interpellanza di Scarpa e Serena - è stato anche nominato dalla Bevilacqua nella commissione esterna che ha nominato i 14 artisti che per un anno occuperanno in città gli atelier messi a disposizione dalla Fondazione.


Il professor Bernardi - come riferiamo a parte - difende l’apertura al sistema delle gallerie private come un modo per collegare i giovani artisti al mercato. Ma nella loro interpellanza a Brugnaro i consiglieri del Gruppo Misto chiedono di conoscere la natura dei rapporti tra la Bevilacqua La Masa e la Galleria Contini. Se siano state inoltre svolte procedure di evidenza pubblica per l’organizzazione degli eventi ospitati. E sollevano inoltre un altro problema delicato. «A quanto risulterebbe agli interpellanti» scrivono Scarpa e Serena «le risorse a disposizione della Fondazione non sarebbero usate per sostenere i giovani artisti, ma per rinnovare le dotazioni di arredo degli studi e delle locazioni». Alla Bevilacqua, insomma, si investirebbe in mobili più che in giovani promesse dell’arte triveneta. Aspetti da chiarire ma i consiglieri chiedono anche a Brugnaro «di motivare la selezione delle figure scelte dallo stesso sindaco come consiglieri di amministrazione». Indiscussa infatti la figura di accademico del professor Bernardi, resta il fatto che la Bevilacqua La Masa è sempre stata guidata da critici d’arte o artisti che ne curavano anche la programmazione. Ora queste figure non ci sono più e l’unico consigliere che viene dal mondo dell’arte è appunto un gallerista privato.


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