Un intervento lungo 11 anni, le Gallerie dell’Accademia riaprono tutte le sale

Da giugno sarà interamente visibile il ciclo di Sant’Orsola del Carpaccio, dubbi sui prossimi lavori. Segretariato destinato ad essere soppresso, le funzioni passano alla Soprintendenza

Enrico Tantucci
Scene del ciclo di Sant’Orsola dipinto da Vittore Carpaccio, alle Gallerie dell’Accademia
Scene del ciclo di Sant’Orsola dipinto da Vittore Carpaccio, alle Gallerie dell’Accademia

Una storia infinita. Come quella delle Storie di Sant’Orsola che presto torneranno a essere visibili al pubblico nell’interezza del ciclo pittorico. È quella del restauro degli spazi espostivi al primo piano delle Gallerie dell’Accademia.

Sono passati undici anni da quando, nel 2014, furano stanziati i circa 7 milioni di euro per l’intervento. E ora nel prossimo giugno, con la riapertura delle stanze da 18 a 21 – che contengono appunto il ciclo pittorico di Sant’Orsola – almeno la parte pittorica del museo tornerà interamente visibile, dopo anni di chiusura delle sale a turnazione proprio per consentire avanzamento dei restauri mantenendo però sempre la pinacoteca visibile al pubblico.

Lo assicura la segretaria regionale per il Veneto Marta Mazza, da cui dipende il cantiere delle Gallerie. «Non la conclusione di tutti i restauri all’intero delle Gallerie – spiega– perché mancano gli interventi sismici sull’ex chiesa della Carità e i collegamenti interni, come gli ascensori». Che però non dovrebbero comunque interessare gli spazi espositivi.

Chi concluderà il cantiere delle Gallerie? Questo è un altro mistero della nostra burocrazia ministeriale, per la complessità della situazione, come spiega ancora la stessa dottoressa Mazza.

«Il segretariato regionale, che era l’unico soggetto abilitato a eseguire i lavori – in base alla riforma già in atto del Ministero della Cultura, tra qualche mese scomparirà. E le sue funzioni dovrebbero essere assorbite dalle attuali Soprintendenze, che non hanno però l’autorità per potere condurre avanti i lavori, così come non le hanno neppure le Gallerie dell’Accademia, pur essendo un museo con entità autonoma. Vedremo cosa succederà».

Trasferita l’Accademia di Belle Arti nel Complesso degli Incurabili, dal 2005 è iniziato il cantiere promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali per raddoppiare gli spazi espositivi, abbattere le barriere architettoniche, dotare il museo di tutti gli impianti e i servizi oggi indispensabili per il funzionamento delle future Grandi Gallerie.

Dopo il completamento del restauro del piano terra nel 2013 e l’apertura delle prime 12 nuove sale, avvenuta tra il 9 maggio 2015 (5 sale Samsung) e il 29 gennaio 2016 (sale dell’ala palladiana), il cantiere di restauro è proseguito al primo piano. Dal giugno 2017 sono iniziati i lavori di restauro, adeguamento funzionale ed allestitivo del museo. L’intervento rappresenta la fase finale del progetto “Grandi Gallerie”.

I lavori sono finanziati dal Ministero – la durata era prevista in 960 giorni –, realizzati in quattro fasi per garantire l’apertura della maggior parte delle sale del museo. Il cantiere si è mosso secondo tre linee di intervento: con il consolidamento strutturale, sono state consolidate le coperture e le strutture mediante l’inserimento di tiranti ed elementi metallici, ponendo grande attenzione al mantenimento delle strutture lignee originali e dei pavimenti antichi.

Con l’adeguamento funzionale, sono state migliorate le componenti impiantistiche di condizionamento, illuminotecnica e di sicurezza, e superate le esistenti barriere architettoniche. Infine con il restyling delle sale e il riallestimento, sono stati restaurati i lucernari e valorizzati i caratteri dell’architettura originaria del complesso, aggiornando contestualmente l’interpretazione delle collezioni e la loro comunicazione al pubblico, attraverso apparati didascalici cartacei e multimediali.

Un lavoro che per la parte del primo piano avrebbe dovuto concludersi circa cinque anni fa, ma che ora finalmente arriva in porto.

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