«Gallerie a pezzi? Chi lo dice fa danni»

Il segretario Terenzoni e il direttore Manieri Elia rivendicano il lavoro svolto, dopo le critiche della stampa britannica

«Sembra incredibile doverlo affermare ma le Gallerie dell’Accademia non “cadono a pezzi”. Anzi, chi lo sostiene rischia di fare un danno irreparabile, anche economico, al museo, alla città e al Paese oltre che disegnare un quadro scorretto della situazione del museo». Replicano così il segretario regionale dei Beni Culturali del Veneto, Erilde Terenzoni, e il direttore delle Gallerie dell’Accademia, Giulio Manieri Elia, al reportage della nota rivista d’arte britannica Apollo Magazine - riportato dal nostro giornale, con anche un commento critico di Vittorio Sgarbi - che denuncia le condizioni di profondo degrado in cui verserebbe il museo veneziano, in attesa di restauro.

«Il museo sta vivendo un momento di grande vitalità e rinnovamento», commentano Terenzoni e Manieri Elia, «testimoniato anche dai dati. I visitatori, per cominciare, da gennaio a giugno 2015 hanno registrato un incremento di circa 13.500 unità rispetto allo stesso periodo del 2014. Gli spazi espositivi, allestiti e aperti al pubblico, al piano terra sono stati ampliati per un totale di più di 1000 metri quadri e di questo l’articolo non fornisce alcuna informazione. L’8 maggio sono state, infatti, aperte, grazie al contributo della fondazione Venetian Heritage onlus, le prime cinque sale; altre sette, nell’ala palladiana del complesso, verranno inaugurate in autunno, grazie al finanziamento di altre due fondazioni: Venice International Foundation e The Venice in Peril Fund e al lavoro di un gruppo di esperti. L’11 maggio di quest’anno abbiamo inaugurato, ancora al piano terra lo spazio destinato a mostre temporanee con l’esposizione “Mario Merz città irreale”. Tutto ciò è stato portato a termine in un momento molto critico della vita del Museo e del Ministero: riforma in avvio, cambio di dirigenti, nascita dell’autonomia dei musei, ridisegno delle Soprintendenze, riduzione di personale e risorse. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza il grande lavoro che funzionari e operatori del museo, definiti da Vittorio Sgarbi “modesti” (seguendo una prassi di delegittimazione dei quadri del Ministero che sta diventando purtroppo insistente), hanno condotto in tempi estremamente ridotti. In questo esperimento veneziano ci sembra che sia da sottolineare la straordinaria capacità di collaborazione e l’impegno costante e di alto profilo tecnico che ha unito, nonostante i problemi, e tutt’ora unisce le istituzioni del ministero e i privati, in particolare i Comitati internazionali per Venezia e l’Unesco per un obiettivo condiviso che è giungere rapidamente all’apertura delle Grandi Gallerie»

«Riguardo ai disagi al primo piano», spiegano i due dirigenti, «esso è interessato da un progetto di restauro promosso dall’allora Direzione Regionale. Nell'aprile del 2014 c’è stata l’aggiudicazione provvisoria e i lavori non sono iniziati a causa di alcuni ricorsi che si spera vengano rapidamente superati. Va da sé che nessun intervento, se non di fermatura e manutenzione, è stato avviato in tale piano del museo, attendendo che fosse terminato l’iter procedurale e iniziati i restauri. Da ciò sono nati gli episodi segnalati nell’articolo. Nonostante la concomitanza del lavoro di restauro al piano terra, le Gallerie dell’Accademia non hanno chiuso un giorno, permettendo, grazie all’impegno dei funzionari di Stato e addetti alla vigilanza, la continuativa visione dei suoi straordinari capolavori e questo ci sembra, in attesa delle Grandi Gallerie, un contributo doveroso alla città e al Paese».

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