Galleria Franchetti a Venezia, il museo chiude per ristrutturazione
Dipinti in trasferta: il Doppio Ritratto di Lombardo trasloca alle Gallerie, il San Sebastiano del Mantegna andrà a Mantova

Presto la Ca’d’Oro tornerà a splendere, ancor di più, ma intanto la Galleria Franchetti deve chiudere temporaneamente.
Proseguono con ritmo serrato i lavori di restauro e riallestimento del museo, un’impresa ambiziosa, sostenuta da un investimento complessivo di otto milioni di euro, che culminerà nel maggio 2027 in concomitanza con l’apertura della Biennale Architettura.
Il progetto, promosso da Venetian Heritage e realizzato in collaborazione con la Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti, vuole restituire nuova vita agli spazi espositivi della prestigiosa collezione. Per preservare l’accessibilità del museo, i lavori di restyling sono stati concepiti in fasi distinte.
Il primo passo, avviato nel gennaio 2023, ha interessato il primo piano nobile per il ripristino degli intonaci interni, la manutenzione dei soffitti lignei, il restauro delle logge marmoree ed il potenziamento dell’impianto elettrico. Una metamorfosi attenta e rispettosa per restituire al palazzo il suo fascino originario.
Ora, il progetto si appresta ad entrare nella fase più delicata: il restauro del secondo piano nobile. Per consentire gli interventi, il museo chiuderà temporaneamente le sale espositive a partire dal 7 aprile.
È previsto il rifacimento totale della centrale termica e dell’impianto di condizionamento: un investimento da 1,3 milioni di euro che garantirà condizioni ottimali per la conservazione delle opere.
Le bellezze della Ca’ d’Oro non saranno del tutto inaccessibili: il maestoso androne del piano terra, impreziosito dai mosaici voluti dal Barone Giorgio Franchetti, resterà aperto ai visitatori, offrendo un assaggio della magnificenza del palazzo.
Parallelamente ai lavori strutturali, la galleria si prepara ad un nuovo allestimento della collezione permanente, studiato per accogliere il pubblico in un percorso espositivo più coinvolgente ed intuitivo. Gli ultimi interventi, realizzati negli anni Settanta, avevano privilegiato un approccio più razionale, lontano dalla concezione originaria di “casa museo” tipica degli anni Venti.
Nel tempo, la crescita della collezione e alcune modifiche tecniche ne avevano alterato la coerenza, rendendo necessaria una revisione complessiva.
I lavori proseguono, ma l’arte non si ferma. Mentre le sale del museo si concederanno una pausa, i suoi capolavori più noti troveranno casa in altre istituzioni di prestigio.
A partire da venerdì prossimo, il “Doppio Ritratto” di Tullio Lombardo sarà esposto alle Gallerie dell’Accademia di Venezia nella mostra “Corpi Moderni”: un’indagine sul corpo umano come oggetto di studio scientifico, espressione artistica e simbolo culturale nella Venezia rinascimentale.
Invece, il “San Sebastiano” di Andrea Mantegna, dal 12 aprile, sarà protagonista di un’esposizione al Palazzo Ducale di Mantova per dialogare con la “Camera Picta”, interamente dipinta dall’artista nella torre nord-est del Castello di Mantova.
Un ritorno alle origini per l’opera, realizzata per i Gonzaga nella città in cui il maestro visse e morì.
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