Gaiatto, 12 milioni spariti in Croazia

Colpo di scena in Procura nell’interrogatorio del trader portogruarese che ha accusato due presunti collaboratori infedeli
DE POLO - DINO TOMMASELLA - CONCORDIA - GAIATTO FABIO
DE POLO - DINO TOMMASELLA - CONCORDIA - GAIATTO FABIO

PORTOGRUARO. L’interrogatorio fiume in Procura di Fabio Gaiatto, 42 anni, trader portogruarese già director della Venice forex investment doo, indagato per truffa e violazione della normativa bancaria, si è chiuso con un colpo di scena e qualcosa di più di una promessa: la disponibilità a restituire i soldi ai risparmiatori che lo hanno richiesto. L’invito del procuratore di Pordenone Raffaele Tito, lanciato all’indomani dall’istanza di comparizione spontanea dell’indagato, è stato dunque raccolto.

Il colpo di scena, invece, riguarda 12 milioni di euro spariti in Croazia. Il trader ha puntato il dito contro due presunti collaboratori “infedeli”. Assistito dagli avvocati Luca Ponti e Loris Tosi, Gaiatto ha varcato «con serenità» la soglia del palazzo di giustizia in riva al Noncello alle 8.30 e ne è uscito soltanto intorno alle 14.50. Torchiato per più di sei ore dal procuratore Tito, dal pm titolare dell’inchiesta Monica Carraturo e dai detective della Guardia di finanza di Portogruaro, Gaiatto non si è mai sottratto alle domande degli inquirenti.

«La sua collaborazione è stata totale», ha precisato l’avvocato Ponti, «nella massima trasparenza. Ha voluto chiarire ogni aspetto. Il nostro assistito ha dichiarato di essere pronto a mettere a disposizione delle somme per restituire i soldi investiti dai clienti che hanno sporto denuncia, distinguendo, però, fra le varie posizioni dei creditori». Per esempio, c’è chi ha investito più volte, incassando regolarmente i tassi di interesse pattuiti, ma all’ultimo collocamento del capitale, si è ritrovato all’asciutto. In questi casi, ha lasciato intendere la difesa, i clienti non possono lamentare di aver subito una truffa, poiché hanno guadagnato in più occasioni, vedendo poi sfumare l’investimento. L’avvocato Ponti ha peraltro osservato che il numero dei querelanti e dei debiti segnalati dai clienti rappresenta una percentuale esigua rispetto al totale dei capitali movimentati nel corso degli anni dalla Venice forex investment doo. A quanto ammonterebbero le somme reclamate dai querelanti? La Procura ha stimato nel settembre 2017 una cifra sulla base degli accertamenti svolti fino a quel momento pari a poco più di 700 mila euro. Nel frattempo, però, sono fioccate le denunce: le cifre potrebbero lievitare. Il trader portogruarese ha rivelato ai pm di essere stato derubato da almeno due ex collaboratori, uno di nazionalità croata, l’altro italiano, incaricati di gestire i fondi della Venice forex investment nei Balcani. Mancano all’appello delle casse societarie dunque ben 12 milioni di euro. In Croazia la magistratura ha aperto un’inchiesta, a seguito della denuncia della società. A supporto della tesi difensiva, sono stati convocati anche alcuni testimoni, come i legali croati che stanno seguendo la vicenda giudiziaria nei Balcani. Nonostante l’ingente ammanco, che ha poi originato una serie di intoppi nella gestione finanziaria della società, il trader non ha inteso per questo svicolare dalla promessa fatta ai pm di restituire i soldi al clienti. Per esempio, vi sono alcune proprietà immobiliari in cui sono stati investiti fondi riconducibili alla Venice forex investment che potrebbero essere vendute. Gli inquirenti hanno scoperto che 100 mila euro sono stati investiti nell’acquisto di un alloggio al complesso residenziale “I gabbiani” di Lignano Sabbiadoro. La Procura ha trovato traccia di 230 mila euro di fondi raccolti in Italia e poi trasferiti all’estero tramite bonifici (tracciabili: ecco perché, per esempio, è stata abbandonata l’ipotesi di un autoriciclaggio, inizialmente sondata dagli inquirenti). È il 3 marzo 2016 che l’inchiesta su Gaiatto ha mosso i primi passi.

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