Fusti con rifiuti pericolosi intercettati sulla Romea L’inchiesta va a Catania



L’inchiesta sui 150 fusti pieni di rifiuti pericolosi, caricati su un Tir fermato lo scorso maggio lungo la Romea a Mira, finisce in Sicilia. A Catania per la precisione, dove ha sede la “Zuccaro Trasporti”, incaricata dalla “FG Recycling”, sempre di Catania, di portare il carico al “Centro Risorse” di Motta di Livenza, nel Trevigiano. Il sostituto procuratore Giorgio Gava, titolare dell’inchiesta, ha trasmesso gli atti alla Procura catanese per competenza territoriale. Il trasporto intercettato dalla polizia locale di Mira era partito infatti dalla Sicilia e quindi eventuali violazioni devono essere accertate e perseguite dai magistrati catanesi. I fusti erano pieni di rifiuti pericolosi provenienti per la maggior parte dalla base americana di Sigonella.

Sul registro degli indagati, subito dopo il sequestro dei fusti, era finito come atto dovuto il conducente del mezzo pesante, un 58enne alle dipendenze della ditta di trasporto a cui veniva contestato dal pubblico ministero Gava una violazione in materia di trasporto di rifiuti pericolosi. Nello specifico alcune difformità nelle modalità con cui i 150 fusti erano stati caricati sul Tir, tra l’altro con una errata qualificazione delle classi di pericolo (pur essendo tutti i rifiuti catalogati genericamente come pericolosi). Ora la palla passa ai magistrati siciliani.

La società catanese che aveva curato la spedizione aveva già fermamente respinto le accuse, sostenendo che la documentazione che accompagnava il trasporto fosse chiara ed esaustiva in relazione al contenuto dei fusti. La responsabilità nella compilazione delle bolle, invece, a detta della società di trasporti era della ditta che aveva inviato il materiale.

Secondo la “FG Recycling”, quelli trasportati erano rifiuti speciali provenienti dalla manutenzione delle navi e degli aerei dell’esercito americano che fanno base in Sicilia, la gran parte provenienti da Sigonella e da Ragusa. In quest’ultimo porto attraccano le navi da guerra americane presenti nel sud del Mediterraneo. Nello specifico i fusti sarebbero stati pieni di bombolette spray usate che contenevano varie sostanze, stracci sporchi di colore e solventi, fanghi provenienti da pozzetti di ispezione delle basi, resti di colore e altre sostanze usate per la manutenzione ordinaria di navi. —



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