Fusioni dei Comuni, da 23 a 10 187 milioni al Veneto orientale

SAN DONà
Fusioni dei Comuni, ecco lo studio della “Fondazione Think Tank Nord Est” che subito appoggia la proposta di Confcommercio presentata dal presidente mandamentale, Angelo Faloppa. E dopo lo studio, la fondazione rilancia la necessità di fusioni dei Comuni nel Veneto Orientale. Secondo le proiezioni e ipotesi formulate, se i 23 Comuni del Veneto Orientale, incluso Marcon, si riorganizzassero a formare solo 10 Comuni otterrebbero complessivamente 187 milioni di euro in 10 anni.
Le ipotetiche fusioni, come San Donà-Noventa di Piave o Jesolo-Cavallino Treporti, o ancora Meolo, Fossalta e Musile di Piave, sono un po' differenti da quelle che finora si sono delineate, ma poco cambia. «Lo Stato continua infatti a incentivare le fusioni tra Comuni» spiegano i responsabili della fondazione e autori dello studio, «prevedendo dei ricchi contributi decennali per le amministrazioni che scelgono questi percorsi. A questi incentivi si aggiungono i contributi straordinari regionali e le forme premiali riservate ai nuovi Comuni nell’ambito dei bandi o nell’assegnazione di spazi finanziari».
Secondo l’analisi della Fondazione, i contributi ottenuti attraverso la fusione potrebbero essere dedicati all’aumento degli investimenti, in particolare nel settore turistico, fondamentale per quest’area. Considerano dunque il miglioramento dei servizi e la riduzione dei tributi che potrebbero essere riconsiderati in ragione di contributi statali. La Fondazione ha preso come esempio i contributi del primo anno, pari a circa 20,7 milioni di euro.
«Ipotizzando di dedicare tutte le risorse a una sola materia» proseguono «si potrebbero aumentare i contributi per lo sviluppo economico del +541%. Nell’ipotesi di riservare invece gli incentivi al turismo, si otterrebbe un aumento del +382%. Se invece venissero dedicate tutte le risorse del primo anno alla riduzione di alcune imposte, si potrebbe ridurre l’Imu del 30% oppure azzerare del tutto l’addizionale Irpef, eliminare la Tosap o l’imposta sulla pubblicità. La Fondazione ha recentemente incontrato molti sindaci che hanno portato a termine una fusione, sia in Veneto sia in altre regioni, raccogliendo testimonianze molto interessanti. I vantaggi dell’aggregazione vanno dal potenziamento dei servizi, alla realizzazione di infrastrutture quali centri culturali, impianti sportivi, quindi la riduzione della tassazione. E sono proprio i Comuni più piccoli e le frazioni più remote ad ottenere i benefici maggiori, anche grazie alla possibilità di mantenere i municipi aperti negli ex Comuni». «Non dobbiamo pensare solo ai contributi che arriverebbero grazie alla fusione dei Comuni» conclude Antonio Ferrarelli, presidente della Fondazione Think Tank Nord Est «ma soprattutto alle possibilità legate al miglioramento della qualità dei servizi forniti a cittadini e imprese ed alla capacità di programmare il territorio con una logica di area vasta». —
Giovanni Cagnassi
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