Fusione Morin-Stefanini congelata dalla Zaccariotto
CHIRIGNAGO. La Provincia non menzionerà la proposta di accorpamento Morin-Stefanini nella delibera che sarà approvata a Ca’ Corner per poi passare in Regione. Entro oggi dovrà essere trovata una soluzione amministrativa per farlo. La presidente Francesca Zaccariotto ha preso atto ieri sera della volontà di studenti e genitori che, con un semplice voto per alzata di mano, hanno avallato l’ipotesi di prendere tempo. Tempo che era stato chiesto dal presidente municipale Maurizio Enzo e dalla presidente del consiglio di istituto del Morin, Cristiana Pedenzini. Tempo utile per capire come ‘ripopolare’ l’istituto e farlo rientrare nei limiti di 600 studenti per rimanere autonomo. Francesca Zaccariotto, numeri alla mano, ha spiegato al centinaio di presenti i perché dell’accorpamento, dal momento che esiste una precisa legge regionale che lo impone in questa situazione. Il Morin attualmente ha 548 alunni, con un calo continuo nel corso degli ultimi quattro anni, lo stesso avuto da tutta l’area mestrina. Preso atto delle richieste, Francesca Zaccariotto ha proposto di modificare la delibera, e così oggi sarà fatto: «Ci sono regole da rispettare e noi siamo un organo esecutore», ha detto. «Non metto in dubbio che la scuola sia di qualità e seria, ma come mai sono diminuiti gli alunni? Non mi permetto di entrare nel merito, ma l’accorpamento poteva portare anche ad aprire nuovi indirizzi, come il linguistico che era stato richiesto e che è già disponibile allo Stefanini. Comunque domani (oggi, ndr) non menzioneremo il Morin, me ne assumo la responsabilità, e non ci esprimeremo. Il rischio è che la Regione decida da sola il prossimo anno. Nel frattempo potrebbero però aumentare gli alunni e cambiare le regole».
«La Municipalità ha ritenuto cosa utile organizzare questo incontro alla luce della situazione che si è creata», ha detto Enzo. «Credo che fare un accorpamento in questo momento possa essere dannoso, prendiamoci un periodo per trovare il modo di rilanciare questa scuola».
Per Cristiana Pedenzini «il Morin, per la sua storia e specificità, si merita l’autonomia. Da qui la speranza di un periodo di attesa. La raccolta firme intanto continua».
Non sono mancate comunque voci fuori dal coro, così come critiche da parte di alcuni genitori e consiglieri municipali. La preside dell’istituto ha comunque manifestato la piena disponibilità a collaborare. Gli studenti cercheranno di promuovere la loro scuola per attirare nuovi compagni e raggiungere la soglia critica di 600 il prossimo anno. Nelle prossime ore sarà convocato il consiglio d'istituto in attesa di vedere la delibera effettiva senza il possibile accorpamento dei due istituti mestrini.
Simone Bianchi
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