Fusina, Alcoa cambia nome prima di vendere
Il nome del compratore non è ancora noto ma sono in molti a scommettere che è già stato deciso e nell’arco dell’anno prossimo l’ultimo stabilimento dell’ex Alumix a Porto Marghera cambierà proprietà.
Per il momento, però, la direzione dell’Alcoa - che l’altro ieri ha incontrato i rappresentanti sindacali dei lavoratori - si è limitata a confermare che da agosto scorso il laminatoio con 300 dipendenti appartiene alla newco “Rolling Fusina” che da novembre prossimo confluirà in Arconic, la nuova società controllata al 100 per cento dalla stessa Alcoa che l’ha costituita per suddividere le sue attività in due distinte società, Alcoa e Arconic appunto. Dopo questi passaggi societari, tutti interni alla multinazionale di Pittsburgh, il laminatoio di Fusina sarà ceduto ad una società terza - della quale non è stato ancora ufficializzato il nome - che dovrebbe garantire, comunque, la continuità produttiva.
Messi di fronte a questa situazione in continua evoluzione, i lavoratori di Fusina e i loro sindacati sono tornati a chiedere un incontro al ministero dello Sviluppo Economico per avere da Alcoa tutti i dettagli dell’operazione in corso per il laminatoio di Fusina.
Alcoa è subentrata nel 1995 (sborsando appena 220 milioni di euro) allo Stato italiano nella proprietà degli stabilimenti dell'ex Alumix-Efim esistenti in varie regioni italiane con migliaia di dipendenti. Fino al 2009 ha usufruito di un rimborso sul prezzo dell’energia molto alto in Italia, poi sanzionato dalla Commissione europea come aiuto di Stato.
Dopo che è arrivata in Italia, Alcoa ha progressivamente chiuso stabilimenti e uffici a Feltre, Bolzano, Ferrara, Latina, Modena, Mori (Tn), Spinetta Marengo (Al), Frosinone, Volpiano e Porto Vesme e Iglesias in Sardegna. A Venezia, dopo la chiusura del Primario di pochi anni fa, è sopravvissuto solo il vicino Laminatoio di Fusina che da 800 dipendenti che aveva ora ne conta circa 300, senza perarltro riuscire a chiudere il bilancio in attivo malgrado gli investimenti fatti negli ultimi anni. In Europa Alcoa conta ancora su un grande laminatoio in Ungheria con un valore aggiunto molto più alto di quello di Fusina. (g.fav.)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia