Furto nella chiesa di Giussago Spariti gli ex voto e le offerte

Portogruaro. Indignato il parroco di Santo Stefano, don Corrado Carolo: «Cosa ignobile e vergognosa» Il ladro, entrato di notte in sacrestia provocando danni alla porta, ha rubato anche un anello in oro
DE POLO - DINO TOMMASELLA - PORTOGRUARO - LA CHIESA DI GIUSSAGO
DE POLO - DINO TOMMASELLA - PORTOGRUARO - LA CHIESA DI GIUSSAGO

PORTOGRUARO. Ancora un furto in una chiesa del Veneto orientale. Stavolta a essere stata violata dai ladri è stata la chiesetta di Santo Stefano a Giussago di Portogruaro. Rubati pochi spiccioli dalla cassetta delle offerte votive e alcuni ex voto dedicati alla Madonna.

Indignato il parroco, don Corrado Carolo. «Quanto compiuto in chiesa è qualcosa di ignobile e vergognoso». Indagano i carabinieri della stazione di Villanova di Fossalta.

Hanno agito di notte. La scoperta è stata fatta venerdì mattina, di buon ora, da don Carolo, 44 anni nativo di Pramaggiore ma già con una brillante esperienza sacerdotale alle spalle. Il sacerdote gestisce due comunità, quella di Villanova di Fossalta e di Giussago, che appartengono a due comuni diversi, Fossalta e Portogruaro. A Giussago dice regolarmente messa. Don Carolo, recatosi di persona sul luogo per vedere con i suoi occhi gli effetti dei danni procurati dall’incursione, non ha atteso molto per sporgere denuncia, e si è diretto alla più vicina stazione dei carabinieri, quella di Villanova di Fossalta. Tra l’altro la canonica in cui risiede si trova proprio di fronte alla stazione dell’Arma.

Il bottino. Non è ingente, fortunatamente, ma è il significato dei valori degli ex voto a offendere i fedeli giussaghesi. Il bandito, o i banditi, che ha fatto irruzione anche nella sacrestia provocando notevoli danni, si è impadronito di una collana, un braccialetto e un anello in oro; oggetti che erano stati collocati all’interno di una teca contenente la scultura della Vergine Maria. Erano degli ex voto. Il malvivente si è poi accanito sulla cassetta delle candele. Qui ha arraffato tutte le monetine custodite all’interno, per un valore complessivo non superiore ai 50 euro.

L’indignazione del parroco. «È la prima volta che mi succede un fatto simile», ha raccontato ancora scosso dall’episodio don Corrado Carolo, un sacerdote molto amato dai giovani, «È stato compiuto qualcosa di blasfemo, qualcosa di davvero vergognoso, non tanto per il valore, quanto per il significato di quegli oggetti in oro. La gente se n’era privata per devozione alla Vergine. Queste cose non si fanno». La notizia del furto è arrivata fino in Curia e da qui è stata espressa la solidarietà del vescovo.

I precedenti. C’è da chiedersi come mai c’è tutto questo accanimento nei confronti degli edifici di culto. Due mesi e mezzo fa si registrò infatti il furto sacrilego ai danni del santuario della Madonna dell’Angelo a Caorle. I ladri non sono stati ancora arrestati, ma le indagini sono a buon punto.

Da ricordare anche l’incursione di quasi due settimane fa nella chiesetta di Ottava Presa, dove un intruso oltraggiò la statua della Madonna, urinando davanti all’altare.

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