Furti, vandalismi e spaccio In riva Vena sale la rabbia
CHIOGGIA. Serrande chiuse, furti con scasso, ma anche vandalismi e spaccio di droga. Residenti e commercianti di riva Vena tornano a lamentarsi per lo stato di degrado della zona e chiedono all’amministrazione di ridare decoro a una parte importante del centro storico, magari con qualche telecamera che dissuada i malintenzionati.
L’appello dei residenti è stato raccolto dalla Lega che si è impegnata a portare il problema anche all’attenzione del Consiglio comunale. La crisi del commercio, sommata agli anni di cantiere per il Baby Mose, ha messo in ginocchio molte attività storiche di riva Vena. La presenza di ruspe e operai ha provocato un cambiamento nelle abitudini commerciali dei residenti che da tempo non frequentano più i negozi di riva Vena anche oggi che il cantiere non esiste più da tempo.
«Ci avevano detto di stringere i denti per il tempo del cantiere», spiega un commerciante, «e che finiti i lavori si sarebbero inventati qualcosa per riportare la gente a spendere nei nostri negozi. Invece i clienti persi non sono più tornati e ci troviamo ogni giorno a constatare i cali di fatturato».
Ma non solo. Lo scarso passaggio e le serrande abbassate contribuiscono a creare un clima fertile anche per chi cerca posti poco battuti per tentare furti o per spacciare droga. «Dopo le 18 qui non passa nessuno», spiega un residente a mezza voce, «sembra ci sia il coprifuoco. La gente ha paura a passeggiare perché ci sono bande di ragazzi che spacciano o cercano angoli nascosti per fumare spinelli. Di notte poi non ne parliamo, gli scassi o i tentativi di scasso sono sempre più frequenti. È un circolo vizioso, meno gente passa e più ci sono sbandati, più ci sono sbandati e meno gente passa».
Eppure dei progetti per il rilancio di riva Vena si parla periodicamente. Dopo lo sgombero dei barchini abusivi e la pulizia dagli ormeggi fai da te, si era ipotizzato di concedere plateatici galleggianti a bar e ristoranti per riqualificare la zona e dare nuovi input alle attività. «Tutto è rimasto lettera morta», rincara la dose il consigliere della Lega, Marco Dolfin, «L’amministrazione ha promesso un sacco di cose, ma per riva Vena le cose peggiorano di giorno in giorno. La gente ormai ha paura ad uscire di casa e la presenza di nullafacenti alloggiati alla locanda Val d’Ostreghe (si tratta dei profughi africani inviati dal prefetto, ndr) certo non aiuta. La gente chiede più controlli e magari qualche telecamera». Proprio gli occhi elettronici, infatti, certo non risolverebbero il problema ma quanto meno costituirebbero un deterrente alla criminalità.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia