Furti e spaccate a Dorsoduro e Cannaregio, i residenti: «Basta, non c’è più niente»

Attorno a Santa Margherita c’è chi è stato visitato dallo stesso ladro quattro volte. Le firme di abitanti ed esercenti per il Comune e la Prefettura: «Più telecamere»

Giacomo Costa
Il cartello con il messaggio al ladro
Il cartello con il messaggio al ladro

Lo schianto del vetro che riempie la casa, la corsa in camera per controllare, la sagoma che si staglia contro la cornice della finestra. Il 16 gennaio mattina è bastato un urlo per mettere in fuga il ladro, che con un balzo ha coperto i quattro metri che lo separavano dai masegni della calle e poi si è dileguato dietro l’angolo, ma per i coniugi Zavagno è ormai la quarta intrusione da ottobre. Lo strillo, insomma, era ormai più esasperato che impaurito. E, come loro, altri residenti di Venezia e tantissime attività della zona raccontano dello stesso problema, probabilmente causato dalla stessa persona.

«Metteremo le telecamere»

«Installeremo un allarme e anche le sbarre alle finestre», sospira Marino Zavagno, «Ma io non capisco perché continui a tornare sempre da noi: la prima volta ci ha portato via gli ori di famiglia, ora cosa spera di trovare ancora?».

Ogni volta lo stesso copione: il ladro raggiunge la finestra, si appoggia al vetro con la schiena e lo fa crollare con un colpo secco, senza preoccuparsi di chi ci sia in casa o dell’orario, tanto che il 16 gennaio ha tentato l’assalto alle nove del mattino.

«Da noi è entrato due volte in sei mesi, ha rubato gli spiccioli e un tablet», conferma anche Simone, titolare del ristorante Al Profeta, in calle lunga San Barnaba, «Si arrampica fino al tetto, e lì c’è il filo spinato, ma a lui non interessa niente».

Il ladro con il tatuaggio di Ufo Robot

Lo chiamano tutti per nome, perché tra riprese delle telecamere e incontri - scontri ormai sanno tutti chi è: «Per qualcuno è solo Lupin», sorride amaramente Stefano, dal bancone del bar Dai fioi, «Ha un tatuaggio con il personaggio dei cartoni sul costato. Sulle spalle, invece, Ufo robot. Da noi si è intrufolato un paio di volte dalla fine dell’anno a oggi: ha portato via le mance e poco di più».

In realtà lo stesso individuo, probabilmente a caccia di soldi per una dose, è ben noto fino a Santa Marta, dove il suo nome e cognome sono scritti sul cartello appeso a una finestra, un messaggio che è una supplica: «A.T., non c’è più niente da prendere». Intercettato a più riprese dalle forze dell’ordine, spesso eviterebbe l’arresto passando la refurtiva a un complice, così da farsi trovare sempre a mani vuote.

La lettera a Comune e Prefettura

«Abbiamo pronta una lettera che invieremo a Comune e Prefettura, con le firme di tutti: dal ristorante saccheggiato cinque volte al pensionato che per quattro mesi si è visto portare via la pensione appena ritirata», insiste Zavagno, «Chiederemo più telecamere su tutta Dorsoduro».

Intanto, a Cannaregio, la videosorveglianza ha effettivamente immortalato l’impresa di altri due ladri che, alle 2.40 della notte, hanno ridotto a schegge una delle vetrine dell’osteria Ai canottieri, ai Tre Archi, usando quello stesso paio di tronchesi con cui subito prima hanno distrutto il lucchetto della trattoria Da’a Marisa, poco distante; in quest’ultima non sono riusciti a entrare, in osteria invece sì: un bottino da appena cento euro circa,ieri pomeriggio subito denunciato in caserma.

I carabinieri del nucleo natanti erano intervenuti in canal di Cannaregio anche a notte fonda, evidentemente richiamati da qualche residente allertato dal fragore dei vetri infranti; ora si cercano i responsabili, che anche in questo caso potrebbero essere tossicodipendenti noti nel sestiere. —

 

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