Furti nelle gioiellerie presa banda sudamericana
Furti nelle gioiellerie, tre arresti e una denuncia. Sgominata dagli agenti del commissariato di Mestre una banda sudamericana specializzata nei furti ai danni di gioiellerie. Fatale l’ultimo colpo messo a segno nella gioielleria Romano di via Querini, angolo via Carducci, del 10 settembre. I tre e il complice sono sospettati di aver commesso altri colpi in mezza Italia e di aver messo a segno furti all’interno di banche.
Il 10 settembre una coppia era entrata nella gioielleria chiedendo una collana molto lunga da regalare alla madre “cicciona” di uno dei due. Essendo presenti altre persone nel negozio, i due si erano poi allontanati, per tornare un’ora più tardi, stavolta chiedendo di vedere un orologio. A quel punto, interveniva un complice che, per separare il titolare dalla sua collaboratrice, richiedeva un orologio da uomo; nel momento in cui i due addetti si trovavano in locali distinti (non avendo la visuale del bancone), i malviventi prelevavano da un cassetto tre rotoli contenenti collane d’oro e pietre preziose (per un valore di 40.686 euro), per poi allontanarsi con una scusa.
La dipendente della gioielleria, insospettitasi, ha abuto subito l’idea di visionare le immagini riprese dal sistema di videosorveglianza, dalle quali era visibile il furto. Ricevuta la denuncia, gli investigatori del commissariato di Mestre intuivano il collegamento tra il fatto e un tentativo di furto avvenuto nella stessa giornata e con lo stesso modus operandi nella gioielleria “Uno9due” di Riviera XX Settembre, il cui titolare era riuscito, dubbioso sulle reali intenzioni dei due clienti, a rilevare il numero di targa di una Fiat Punto con cui si erano allontanati. L’orafo, con prontezza, provvedeva a segnalare il fatto all’Associazione artigiani, al fine di mettere in allerta altri colleghi gioiellieri.
La rete informativa consentiva di individuare due auto, una delle quali coincideva con la Punto indicata. La tenacia e l’intuito investigativo dei poliziotti faceva emergere rapidamente l’ulteriore collegamento con un altro fatto segnalato dalla titolare di un negozio di gioielleria di via Orlanda. Dal racconto della donna affioravano ulteriori particolari che facevano coincidere la descrizione degli indagati, nonché tipo e targa delle auto.
L’attività investigativa è proseguita con approfonditi accertamenti sulle auto e dalla comparazione dei filmati, dalla quale emergeva il medesimo modus operandi: un uomo e una donna entrano per chiedere informazioni, mentre due complici fanno da palo. Con la localizzazione Gps, una pattuglia con a capo il commissario Elena Gregorio, si mette a caccia della banda e la intercetta a Genova. Alla fine arresta Freddy Munoz, 32 anni, colombiano, Sandra Pardo (32), costaricana, e Edwin Jesus Astaiza (35), colombiano.
Carlo Mion
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