Furti di quadri a Venezia, la mente è un principe

Dopo l'arresto di due cingalesi è ricercato Cristiano Barozzi, conte di Santorini. Si sarebbe nascosto a Santo Domingo

VENEZIA. C’è un nobile veneziano, addirittura un principe, dietro ai furti di quadri, sostituiti con dipinti falsi per fare in modo che i proprietari non si accorgessero che mancavano le opere d’arte. Si tratta del settantenne Cristiano Barozzi, conte e principe di Santorini, appartenente all’antica nobiltà veneziana e per alcuni anni organizzatore della Biennale dell’antiquariato in laguna. E’ ricercato dalle forze dell’ordine per furto aggravato: è latitante da alcune settimane e si sarebbe nascosto a Santo Domingo, nel Centro America. Il suo difensore ha presentato ricorso al Tribunale del riesame, presumibilmente per conoscere le carte che il pubblico ministero Giorgio Gava, il magistrato che coordina le indagini dei carabinieri, ha in mano.

I fatti sono venuti alla luce nello scorso novembre, quando i carabinieri del Nucleo operativo di Mestre hanno arrestato due cingalesi, un cinquantenne che era stato a servizio nelle lussuose abitazioni del medico di San Vio Giovanni Barina e dell’avvocato Renzo Franco in campo Santo Stefano, e un 32enne che era stato a servizio presso la villa del conte Marcello Giustinan Grimani a Schio. Grazie alla possibilità che avevano di entrare e uscire liberamente da quelle case, i due avrebbero facilitato l’opera di Barozzi e di altri due veneti arrestati pochi giorni fa, il veneziano Claudio Celadin (55 anni) e del padovano Claudio Mella (60 anni). I tre, si sarebbero introdotti nelle tre abitazioni, addirittura due o tre volte per appartamento, portando via una decina di quadri ai due veneziani, mobili e argenteria di grande valore a Schio.

Il medico e l’avvocato, però, si sarebbero accorti dei furti, per un valore 200-300 mila euro alla volta, soltanto alcuni mesi dopo che i dipinti originali erano spariti perchè i ladri li avevano sostituiti con dei falsi quasi identici.

Barozzi , Celadin e Mella devono rispondere di furto aggravato in concorso con i due extracomunitari, che dopo essere finiti in manette hanno ritenuto di riferire a chi avevano passato le chiavi delle case dei loro ex datori di lavoro, naturalmente per un compenso. E Barozzi, non appena ha saputo dell’arresto dei due cingalesi, ha ritenuto di lasciare l’Italia per raggiungere l’amico che ora lo ospita a Santo Domingo. Oltre che di furto, il principe veneziano deve rispondere anche di ricettazione, un reato che prevede addirittura una pena più alta, per i mobili e gli argenti di Grimani. Stando alla ricostruzione fatta dagli investigatori dell’Arma, lo stesso Barozzi avrebbe contribuito a copiare i quadri - circa una ventina e tutti di grande valore - che erano spariti dalle case dei due veneziani . I due extracomunitari erano stati bloccati poco dopo la scoperta che i dipinti originali erano stati sostituiti con dei falsi perchè stavano rientrando nello Sri Lanka e i carabinieri temevano che non rientrassero più in Italia. Dopo la loro collaborazione, che ha permesso l’individuazione di chi è sospettato di aver organizzato i vari «colpi», sono stati scarcerati.

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