Furti all’ecocentro, la rabbia dei sindaci

Mirano. Chiesta un’indagine interna dopo i tre licenziamenti. Cacciavillani (Stra): «Azione penale contro gli addetti infedeli»
Di Alessandro Abbadir

MIRANO. «Vogliamo da Veritas in tempi rapidi spiegazioni dettagliate su cosa è successo, vogliamo un’inchiesta chiara che faccia luce su tutti gli aspetti di una ruberia che purtroppo è durata mesi. Vogliamo sapere se queste persone hanno risarcito il maltolto».

A dirlo sono i sindaci della Riviera del Brenta e del Miranese dopo che, dalle colonne del nostro giornale è emerso come all’interno dell’Ecocentro a Mirano in via Venezia ( a cui fanno riferimento i 17 comuni del comprensorio) operasse una vera e propria "banda di predoni" di rame, ferro, ottone ed acciaio, che altro non erano in questo caso, che gli stessi dipendenti. I dipendenti, tre dei quali sono stati licenziati in tronco mentre altri due sono stati spostati a Chioggia, facevano guadagni da centinaia di euro al colpo. Vendevano il materiale che i cittadini consegnavano come rifiuti ingombranti per il riciclo, ad aziende a gestione familiare dell’area, gestite per lo più da nomadi. Ad accorgersi che qualcosa non andava sono state le aziende convenzionate con Veritas, a cui il materiale sarebbe dovuto arrivare. Da settimane infatti non arrivava più nulla: ne ferro, ne rame. ne ottone. «Sono sconcertato da quello che è successo». spiega il vice presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asl 13 Fabio Livieri. Noi come comuni siamo azionisti di Veritas e vogliamo sapere nel dettaglio cosa è capitato. Quali danni sono stati fatti all’azienda e quali ne possono essere derivati agli stessi cittadini che pagano laTia. Veritas ci convochi in una riunione straordinaria e illustri tutto dati alla mano».

Sulla stessa posizione il sindaco di Stra Caterina Cacciavillani che è anche presidente della Conferenza dei sindaci della Riviera del Brenta. «I fatti che sembrano emergere sono davvero preoccupanti», spiega la Cacciavillani. Ora vogliamo capire in che modo l’azienda intende procedere e se di fronte a dei reati scatterà un procedimento penale nei confronti dei dipendenti infedeli». Insomma il licenziamento di fronte ai reati come misura disciplinare secondo i primi cittadini non basta.

«Apprendo», dice a sua volta il sindaco di Mirano Maria Rosa Pavanello, «con inquietudine questi fatti. Veritas si è mossa con un atto gestionale interno. Sono dell’avviso che di fronte a notizie di reato alla fine agiranno anche le autorità giudiziarie». Strappa una lancia a favore di Veritas con amarezza invece il sindaco di Scorzè Giambattista Mestriner. «Paradossalmente», spiega Mestriner, «devo ammettere con amarezza che il procedimento fatto da Veritas è più rapido di una immediata denuncia dei dipendenti alla Procura della Repubblica . C’è il rischio in questi casi di far arrivare dei dipendenti infedeli fra corsi e ricorsi anche alla pensione. Va detto poi che anche il fatto che sia scattata una azione investigativa interna, rapida, è un punto che va a favore dell’azienda ».

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