Furti alle anziane nelle chiese, condannata a 4 anni
FOSSO'. Rubava alle anziane che, durante la messa, per andare a fare la Comunione, lasciavano la borsetta incustodita sulla panca e sulla sedia.
E una volta tornate a posto si trovavano senza soldi nel portafogli. Per questo ieri Deborah Talato, di 41 anni, è stata condannata dal tribunale di Venezia a 4 anni di reclusione e al pagamento di 800 euro. Sono cinque i furti di cui la donna è stata ritenuta responsabile, avvenuti tutti nelle parrocchie della Riviera del Brenta: nelle chiese di Fossò, di Sandon di Fossò e di Paluello di Stra.
Mentre per altri due episodi, compresa una rapina, la 41enne è stata assolta, per insufficienza di prove. Nella sua requisitoria il pubblico ministero Alessandra Ciccarese aveva chiesto 5 anni e 6 mesi, contestando anche l’aggravante dell’età delle vittime, tutte anziane. E tutte colpite mentre erano a messa. Gli episodi contestati risalgono al periodo compreso tra il 2016 e il maggio del 2017.
Il 16 maggio dell’anno scorso infatti la donna era stata arrestata. Quel giorno, di martedì, una 65enne si trovava nella chiesa di San Bartolomeo per partecipare alla messa vespertina. Una messa con pochi fedeli, meno di venti. Tra loro c’era anche la Talato. Lei però non era entrata in chiesa per raccogliersi in preghiera ma per mettere le mani sulle borse delle fedeli.
Infatti la donna si è seduta vicino alla 65enne e, quando questa si è alzata per andare a prendere la Comunione, la Talato le ha preso il portafogli che aveva nella borsetta, dentro al quale c’erano 90 euro. Il colpo sembrava riuscito ma la 41enne non aveva fatto i conti con i carabinieri della stazione di Vigonovo, che stavano facendo una serie di controlli proprio sui colpi in chiesa, che stavano creando un certo allarme nelle parrocchie.
Deborah Talato era stata arrestata in flagranza dai militari con l’accusa di furto aggravato su disposizione della pubblico ministero Ciccarese: aveva ancora con sé il portafogli della donna che nel frattempo si era accorta del colpo, e aveva dato l’allarme. Nella prima udienza in tribunale la donna aveva spiegato che quello non era stato il primo furto, e che si era messa a rubare “per necessità” dopo aver perso il lavoro.
La modalità dei furti è stata sempre la stessa: il fedele si alzava per andare a leggere o a fare la comunione e il ladro così ne approfittava. Nel corso delle indagini alcune delle vittime del furto hanno riconosciuto, guardando la foto, la donna che era seduta accanto a loro durante la messa, nel giorno in cui sono erano state derubate. L’avvocato della difesa, Chiara Spagnolo, aveva chiesto l’assoluzione, ritenendo che la sola individuazione fotografica non fosse sufficiente per portare alla condanna dell’imputata. Contro la sentenza la difesa ora presenterà appello. La donna è anche stata interdetta dai pubblici uffici. —
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