Furti alla tomba della bimba, denunciata
MUSILE. Aveva raccolto in casa tutti i pupazzetti rubati sulla tomba di una bimba nata morta nel 2013, ma sabato i carabinieri l’hanno trovata e denunciata dopo un mese di indagini e appostamenti. Lo scorso dicembre una giovane coppia di Musile aveva denunciato due volte nel giro di un paio di settimane, la profanazione della tomba della loro piccola. I militari della stazione carabinieri di San Donà hanno ora deferito all’Autorità Giudiziaria T.D., donna di 42 anni, residente a Musile. L’attività investigativa era partita dal 14 dicembre, a seguito della prima denuncia sporta da una signora di Musile a carico di ignoti. Esasperata dal continuo ripetersi di furti di statuine di marca “Thun” dalla tomba della figlioletta nel cimitero comunale, si era rivolta ai militari. A distanza di pochi giorni la signora si era presentata nuovamente alla stazione dei carabinieri di San Donà per denunciare un nuovo furto di alcuni oggetti simili ai precedenti sulla lapide. Un paio di episodi si erano ripetuti anche in gennaio.
I carabinieri hanno analizzato attentamente i video del cimitero di Musile per cercare qualche particolare utile alle indagini. E proprio dai video sono riusciti a estrapolare un numero di targa di un veicolo, dunque il relativo proprietario. Era la persona che si presentava al cimitero ogni volta poi veniva registrato un furto. E hanno notato inoltre come tutti i furti avvenissero in una determinata finestra temporale, precisamente nel primo pomeriggio del sabato. È scattato l’appostamento nella giornata di sabato, in attesa che la donna tornasse. Nel primo pomeriggio di sabato scorso l’hanno colta in flagrante nel commettere il furto, portando via altre statuine dalla tomba. Una volta identificata la donna è scattata la perquisizione domiciliare dove i militari hanno ritrovata tutta la refurtiva, vale a dire le statuette riconosciute dalla vittima. La mamma, visibilmente commossa per averle ritrovate, ha ringraziato gli investigatori. Le sono state restituite, come disposto dall’Autorità giudiziaria. «È finita finalmente», ha detto la mamma, «adesso usciremo da questo incubo».
Per T.D. un’inevitabile denuncia per furto aggravato e sequestro immediato di tutta la refurtiva restituita. La donna stava attraversando un periodo di fragilità. Non voleva fare un dispetto alla famiglia o alla bambina, ma evidentemente aveva ritenuto di poter prendere quelle statuette colorate che collezionava poi in casa assieme ad altri oggetti senza riflettere sul dolore cagionato.
Giovanni Cagnassi
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