Fuori norma, l'agriturismo Ca’ Tessera chiuso sei mesi
MESTRE. Un agriturismo sì, ma solo sulla carta. Il Ca’ Tessera di via Triestina 151 è una struttura che in realtà, stando agli accertamenti fatti dai tecnici della città metropolitana, era organizzata come una vera e propria realtà alberghiera tanto che Giuseppe Franchin, titolare dell’azienda agrituristica, aveva affidato la gestione del servizio a due società esterne, la Pisani Palace e la Benzon Apartaments, entrambe srl che si occupavano di accoglienza (reception), bed&breakfast, tesoreria, pulizia e anche custodia.
«Praticamente», si legge nella relazione della polizia provinciale, «la totalità dell’attività agrituristica aziendale è stata trasferita, dietro corrispettivo, a queste due società». Motivo per cui la Città Metropolitana, competente in materia, ha disposto l’immediata sospensione dell’attività per sei mesi. «Stiamo bloccando le prenotazioni», spiega Franchin, «certo non possiamo mandare via i clienti che già sono qui. Ma riapriremo presto perché stiamo trasformando l’azienda agrituristica in un albergo. Abbiamo agito in buona fede, pensavamo che si potesse fare». La normativa sulle aziende agrituristiche è stringente. E la chiusura del Ca’ Tessera è la conseguenza di due sanzioni arrivate nell’arco di pochi mesi per lo stesso motivo, ovvero la presenza di personale esterno, nello specifico quello delle due società. L’atto di notifica di chiusura è stato consegnato giovedì al proprietario dalla polizia provinciale. La prima multa risale al 30 settembre del 2016. Il sopralluogo permise di verificare, come riporta il verbale, «l’impiego di soggetti esterni all’impresa per attività afferenti l’ospitalità e la ristorazione».
Il 14 novembre successivo la proprietà ha pagato la sanzione. Ma in un successivo controllo, avvenuto il 22 agosto scorso, emerge la stessa infrazione: utilizzo di personale esterno. La proprietà ha cercato di difendersi spiegando che l’utilizzo di personale distaccato è regolarmente previsto dalla normativa nazionale, ma non è riuscita a convincere la Città metropolitana, secondo la quale al Ca’ Tessera è stato disatteso il legame necessario tra l’impresa agricola e l’attività agrituristica. Proprio per questi motivi «il distacco», spiega il provvedimento dell’ex provincia, «è uno strumento che non può essere utilizzato anche per le attività agrituristiche in quanto l’esercizio di tali attività è subordinato al riconoscimento da parte delle Provincie, nella fattispecie Città metropolitana di Venezia, di specifici requisiti che l’azienda agricola deve possedere e di particolari modalità gestionali anche riguardo alla manodopera utilizzata».
Per ottenere il riconoscimento provinciale l’azienda agricola deve dimostrare la connessione dell’attività agrituristica, intendendo che le attività di somministrazione e ospitalità devono essere strettamente legate alla realtà, alle produzioni, alle tradizioni e al territorio di riferimento dell’azienda agraria. E dimostrare la prevalenza dell’attività agricola che si realizza se il tempo di lavoro impiegato nell’attività agricola nel corso dell’anno è superiore a quello impiegato nell’attività agrituristica». Nel caso del Ca’ Tessera, secondo quanto accertato, anche il servizio di ristorazione era stato dato alle due società esterne.
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