Fuoco nel buco nero all’ex Cral di Marghera

Materassi di fortuna e rifiuti bruciati nel capannone occupato da abusivi in via Fratelli Bandiera
L’incendio è divampato dopo le 13.30 in via Fratelli Bandiera a Marghera. A fianco del centro Rivolta c’è l’ex Cral della Montedison, diventato centrale per balordi e spacciatori. Nei locali è scoppiato ieri un incendio: le squadre dei vigili del fuoco sono accorse con 6 mezzi e 18 operatori, e hanno prontamente circoscritto l’incendio, sviluppatosi nella parte alta del magazzino. A bruciare materassi e rifiuti. Rinvenute all’interno anche delle bombole di Gpl. Non risultano persone ferite e nel pomeriggio sono proseguite le operazioni di smassamento per escludere la presenza di ulteriori focolai. La polizia ha avviato indagini.


Per il presidente della Municipalità di Marghera, Gianfranco Bettin: «l’incendio all’ex Cral Montedison è un nuovo grave segnale d’allarme, a cui hanno risposto forze dell’ordine e vigili del fuoco, che ringraziamo sinceramente». «Ma bisogna rispondere anche e soprattutto» aggiunge «con soluzioni radicali, strutturali, in via Fratelli bandiera e altrove». Bettin parla di «troppi “buchi neri” e gravi rischi in città», chiede al Comune di «intervenire radicalmente» e fa presente che le ultime denunce sullo stato di pericolo in cui versa da anni l’ex Cral Montedison di via Fratelli Bandiera sono di poche settimane fa, quando «una manifestazione di “Marghera Libera e Pensante” e del Centro Rivolta”, ha percorso i luoghi del degrado della città partendo proprio da lì. La stessa Municipalità di Marghera ha richiamato decine di volte l’attenzione su questo e altri “buchi neri” nel territorio urbano, lasciati nell’abbandono che sono diventati «fucine di marginalità, violenza, delinquenza e rischio». L’elenco è noto: l’ex scuola “Monteverdi”, a cui sembra si sia rinunciato per miopia della Regione (invece che farne la nuova sede del distretto socio-sanitario); l’ex scuola elementare di via Cafasso: da quasi tre anni si attende inutilmente risposta dal Comune alla proposta di farne una scuola popolare di musica ed educazione culturale, a spese di un’associazione del territorio; l’ex fabbrica di lampadari di via Rinascita, centro e covo di spaccio per i malavitosi insediati in via Correnti e dintorni. «A questa sorte è stato sottratto finora l’ex Istituto Edison, grazie all’iniziativa autogestita di gruppi e associazioni del territorio», dice Bettin. «Ma questa sorte rischia invece di toccare, fra poco, l’ex scuola Sacro Cuore in piazza Sant’Antonio quando a giugno scadrà la proroga dell’affitto». «Il Comune che ha tolto ogni potere alle Municipalità» dice Bettin «assuma l’iniziativa, prenda i contatti con la proprietà dell’ex Cral e la obblighi a metterlo in sicurezza e a vigilarlo». E lo stesso faccia per le altree strutture: «Dia il via libra al progetto Scuola di musica in via Cafasso; rinegozi l’affitto dell’ex Sacro Cuore o lo acquisti e riapra la trattativa con Regione e Usl sull’ex Monteverdi sede del distretto».


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