Fuochi d'artificio durante la Via Crucis
Don Andrea Vena accusa gli organizzatori del Trofeo Adriasport di calcio. «Non esisteva un'altra serata in tutto l'anno in cui organizzare una festa con spettacolo pirotecnico?». La società sportiva sostiene: «Programma concordato». Ma il Comune si scusa
Processione con il patriarca Moraglia per le vie di Marghera - nella foto la partenza dal centro Caritas di via Mameli
BIBIONE. Nemmeno nei film di Don Camillo e Peppone si arrivava a tanto. Fuochi d'artificio esplosi durante la Via Crucis del Venerdì Santo. Indignazione e polemiche a Bibione. È scatenato il parroco don Andrea Vena. Irritazione anche nella Curia di Concordia Pordenone. Lo stesso vescovo, monsignor Giuseppe Pellegrini, infatti, aveva auspicato nel 2015 che si evitassero per quest'anno sovrapposizioni durante le celebrazioni. Così, però, non è stato.
Il colpevole? Sarebbero gli organizzatori del Trofeo Adriasport di calcio che si svolge a Bibione e Lignano. Che però si difendono e ribattono con cortesia. Ieri mattina, dopo le lamentele del presule don Vena a mezzo Facebook, sono arrivate persino le scuse via sms del sindaco, Pasqualino Codognotto, che si è addossato ogni responsabilità. E, solo nel pomeriggio, di uno degli organizzatori locali.
Ma la versione della società, la Adriasport di Cervia, è completamente diversa. Don Vena avrebbe chiesto di aspettare la fine della Via Crucis e di far esplodere quindi i fuori pirotecnici dalle 22.30 circa. Dall’altra parte gli organizzatori ribattono che era stato lo stesso don Andrea a chiedere di dare inizio allo spettacolo in un orario anticipato, assecondando quindi una sua esplicita richiesta.
Don Andrea Vena, parroco di Bibione
Il caso è esploso ieri mattina quando il sacerdote, originario di Palse di Porcia, ha scritto il suo personale anatema su Facebook: «Preso atto che durante l'anno sembra che non ci siano altri liberi giorni per fare tornei sportivi (!!), i fuochi siano fatti almeno dopo le 22.30, per permettere alla gente che ha partecipato alla liturgia di vivere nel silenzio e nella preghiera. In fondo la mia libertà finisce dove inizia la libertà dell'altro. Sia quindi rispettata la libertà dei cristiani nel vivere le loro festività, come in ogni modo si cerca di rispettare la libertà di chi vuole fare tornei, di chi vuole andare in discoteca, o quanti arrivano tra noi, garantendo loro menù senza carne di maiale, spazi e orari per la preghiera nei luoghi di lavoro ecc. Resta una domanda: a cosa serve fare minuti di silenzio per le vittime di attentati, abbassare le bandiere a mezz'asta perché ci sono attentati, se poi noi stessi attentiamo alla nostra identità tradendo il cuore stesso del nostro essere cristiani?».
Ribatte Giorgia Mariotti: «Era stato don Vena a chiedere di posticipare lo spettacolo pirotecnico alle 21.45, a me non risulta la richiesta di posticiparla alle 22.30. Tra l'altro prima di redigere il nostro programma consultiamo quello della parrocchia. Anche noi siamo cristiani. Se poi le orazioni si sono protratte più del dovuto sarebbe stato sufficiente chiamarci e avremmo aspettato ancora qualche minuto».
Ma se veramente si vogliono rispettare le tradizioni resta da capire che senso ha fare uno spettacolo pirotecnico lproprio la notte del Venerdì santo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Video