Fuga dalle Mercerie il Duca d’Aosta trasloca dopo 73 anni

Il Duca d’Aosta se n’è andato nei giorni scorsi, Cartier l’aveva fatto un anno fa, Stefanel ha liquidato fino all’ultima maglietta ed ha tappezzato di carta bianca le vetrine. Stessa sorte per le borse colorate di Longchamps, per i profumi di Reminiscence che a Parigi fanno furori e per gli scarponcini di Timberland che sembrava non dovessero mai passare di moda.
Le Mercerie stanno cambiando rapidamente volto e, oltre all’addio dello storicissimo negozio di abbigliamento Duca d’Aosta trasferitosi dietro Piazza San Marco al posto di Elite dopo aver vestito per 73 anni generazioni di veneziani (e turisti eleganti), registrano l’arrivo del primo negozio di bottiglie di acqua minerale e pacchi di pasta senza porta e senza vetrine. A dieci centimetri dalla boutique di Gucci. Così come a fianco della gioielleria Dodo l’osteria “veneziana” da Luca ora parla cinese.
Corsi e ricorsi del mercato, cicli e ricicli del commercio che ora mettono pesantemente mano alla lunga strada che una volta era la passeggiata preferita dello shopping dei veneziani, dispensata dalle brutture - sembrava - preservata dalle cianfrusaglie, immune dai souvenir dozzinali. Non più. E non tutti i marchi ora sono a disposti a restare sapendo che da un giorno all’altro il prossimo vicino potrebbe essere un cinese.
«Da un paio d'anni a questa parte c’è stato un tam tam tra i brand importanti che hanno voluto spostarsi oltre San Marco - fa notare il presidente di Confesercenti Piergiovanni Brunetta - I marchi di orologi, ad esempio, sono quasi tutti al di là della Piazza. E’ stato un effetto domino. Qualcuno ha iniziato e gli altri hanno seguito».
È noto che alcune firme stellari stanno cercando da tempo di migrare oltre Piazza San Marco, su quei masegni d’oro tra calle Vallaresso e San Moisè dove quindici metri quadrati arrivano a costare 10 mila euro al mese d’affitto. Cartier ce l’ha fatta, lasciando nei mesi scorsi la storica sede delle Mercerie a campo San Zulian per incastonarsi con le sue pantere vicino alla Bottega Veneta. Se n’è andato anche Paciotti ma qualcun altro, come Pollini, ha invece scelto di investire rinnovando la sua boutique.
La seconda vita del Duca d’Aosta è stata più laboriosa, anche se velocissima, perchè il trasferimento in calle larga San Marco ha comportato la chiusura di Elite, un altro negozio visceralmente legato al guardaroba dei veneziani. E forse contemplerà l’apertura negli spazi di Cartier di un Duca d’Aosta label, con capi “fatti in casa”. Intanto, però.
«Le Mercerie si sono un po’ impoverite ma questo fa parte del commercio, è una cosa fisiologica che va ad ondate - continua Brunetta - Le Mercerie comunque restano tali, sono la strada che da Rialto va a San Marco e tanto basta. Chiuderà questo aprirà quell’altro, ma avranno sempre quel tono variegato che è la sua caratteristica. I cambiamenti sono anche tentativi che si fanno nel commercio però poi bisogna vedere quanto durano».
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