Fuga a Spinea, autista senza patente

Obbligo di dimora per il 19enne fermato mercoledì: aveva fatto parte di una baby gang di Marghera
SPINEA. Un passato, quando era minorenne, da componente di una delle baby gang che terrorizzavano i bengalesi tra Marghera e Mestre. Un presente, appena 19enne, già segnato dai guai con la giustizia, conseguenza di un’adolescenza turbolenta. Mercoledì sera il ragazzo, residente a Chirignago, è stato arrestato dai carabinieri di Spinea dopo una rocambolesca fuga su un’auto rubata. Al volante di una vecchia Fiat Punto che era stata sottratta alla proprietaria qualche ora prima, il giovane assieme ad altri tre ragazzi all’incirca della stessa età aveva percorso a tutta velocità le strade del centro di Spinea, prendendo contromano la rotatoria di via Roma e imboccando anche un tratto di pista ciclopedonale. Peccato che il 19enne non abbia mai conseguito la patente.


Lo hanno scoperto i carabinieri quando sono riusciti a fermare due degli occupanti della Fiat Punto: il conducente che è stato arrestato e un minore che è stato denunciato dai carabinieri. L’utilitaria era sfrecciata davanti alla pattuglia dei carabinieri e non si era fermata all’alt. A quel punto i militari si erano messi all’inseguimento dell’auto che risultava rubata. Vedendosi braccati, i fuggitivi hanno abbandonato la macchina e hanno proseguito a piedi, scavalcando una recinzione e nascondendosi in un giardino condominiale in via Mion. La cattura di parte del gruppetto non è stata semplice. Il 19enne, alla vista dei militari, ha cercato di scappare, invano. È scattato l’arresto, su disposizione del pubblico ministero di turno Massimo Michelozzi, con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e ricettazione per la Fiat Punto rubata.


Ieri mattina il giovane, difeso dall’avvocato Bruno Alderuccio, è comparso davanti al giudice monocratico Andrea Battistuzzi per il processo per direttissima. L’arresto è stato convalidato ed è stato disposto l’obbligo di dimora a Chirignago, con il divieto di uscire dalla sera alla mattina, in attesa della prosecuzione del processo per direttissima fissato per gennaio.


Il giovane era già finito a processo quando era minore con l’accusa di rapina. Assieme ad un paio di complici, si era presentato in un piccolo supermarket gestito da un cittadino del Bangladesh e aveva rubato dagli scaffali una lattina di Coca Cola, un sacchetto di patatine e una tavoletta di cioccolato. Il titolare del negozio si era accorto e aveva cercato di bloccare la fuga dei ragazzini, ricevendo per tutta risposta uno spintone. Di qui la configurazione del reato di rapina. Per quell’episodio, il ragazzo era stato condannato in primo grado a una pena superiore ai due anni. L’avvocato Alderuccio ha impugnato il provvedimento davanti alla Corte d’Appello dove punta alla riduzione della pena attraverso un patteggiamento.


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