Frode nei carburanti, evasi 26 milioni
Quattrocento milioni di litri di carburante messi in commercio senza pagare il becco di un quattrino di tasse e Iva. Una mega frode da 26 milioni di euro scoperta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Venezia coordinata dalla Procura della Repubblica lagunare. Trentuno le persone indagate in questa prima fase dell’inchiesta nata nel 2015 e conclusasi ieri con dieci perquisizioni. Complessivamente sono 250 le persone coinvolte, in tutta Italia, nella frode. Questa prima parte riguarda il sistema che un’organizzazione aveva messo in piedi in Veneto. L’inchiesta degli uomini del colonnello Gianluca Campana, riguarda altri tre gruppi, collegati a quello operante nella nostra regione.
La frode si basava sull’acquisto del carburante in Slovenia, Malta e Svizzera. Le fatture venivano emesse a favore di ditte esistenti solo sulla carta, le cosiddette “cartiere”. Queste in teoria dovevano pagare tasse sulla vendita e l’Iva. Ma di tutto questo non versavano un euro. Quindi gasolio e benzina venivano proposti e venduti a pompe di benzina che potevano acquistare il carburante ad un prezzo inferiore anche del 22%, rispetto a quello di mercato. Gli investigatori sono certi che pure i titolari dei distributori sapevano che la benzina aveva una provenienza illegale. Quel prezzo era impossibile da strappare sul mercato normale.
Gli indagati. Le persone indagate risiedono a Roma, Milano, Napoli, Como, Varese, Perugia, Piacenza, Treviso, Padova e Rovigo. I reati contestati vanno dall'associazione per delinquere all'omessa presentazione della dichiarazione, dalla presentazione di dichiarazione infedele alla sottrazione dal pagamento dell'accise, dalla ricettazione all'occultamento della documentazione contabile. Quattro le persone considerate il vertice delle organizzazioni. Alcune con precedenti specifici, altri sono ex titolari di aziende fallite.
La differenza di prezzo. L’operazione di ieri che ha visto impegnati 100 finanzieri del Nucleo Provinciale di Polizia Tributaria, arriva a conclusione delle indagini in corso dal novembre 2015. Tutto ha preso avvio da una specifica analisi di rischio attivata dai finanzieri della locale sezione “Oli minerali” e dai successivi riscontri sul terreno che hanno consentito di verificare l’esistenza di notevoli differenze di prezzo alla pompa tra gestore e gestore, non giustificabili attraverso le normali dinamiche di mercato. Segnalazioni sono poi arrivate ai fianzieri da gestori che ricevuta la proposta di benzina sotto costo si sono resi conto che la provenienza del carburante non era lecita, Infine i militari hanno fermato le autocisterne, senza nessuna insegna, che consegnavano il carburante della frode. In provincia di Venezia sono stati indagati gestori di distributori di Vigonovo, Mira, Marghera, Noale, Chioggia, Cavallino, Eraclea, San Stino di Livenza e Concordia Sagittaria.
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