Frode fiscale, chiesti 33 anni per i vertici della Pam
Ben trentatrè anni di carcere complessivamente per i vertici di Pam. Queste le richieste di condanna, ieri mattina, al termine del processo per la frode fiscale da parte del pubblico ministero di Venezia Roberto Terzo. I difensori hanno cominciato ad intervenire, ma concluderanno le loro arringhe il 2 luglio, quindi la sentenza del Tribunale presieduto dal giudice Stefano Manduzio è prevista per il 9 luglio prossimo.
Il rappresentante della Procura ha chiesto cinque anni e mezzo di reclusione ciascuno per l’amministratore delegato di Pam Arturo Bastianello, 51 anni, padovano residente a Venezia, per il direttore commerciale Salvatore Dina, 55 anni, veneziano, per il direttore acquisti Fabio Godano, 44 anni, residente a Mirano. Stessa pena anche per Maurizio Guarini, 45 anni, di Cittadella, titolare della “I Dogi spa”, per Stefano Negri, 44 anni, di Pisa, titolare della Alinghi Trade spa, e per Robert Rylance, 65 anni, residente a Brescia, titolare della Erre Trading di Lipsia (inizialmente c'era un altro imputato, il presidente del consiglio d'amministrazione Pam Giovanni Paolo Giol, che nel frattempo è deceduto).
Stando alle accuse della Guardia di finanza, gli imputati avrebbero costituito e organizzato un'associazione finalizzata a commettere numerose frodi fiscali tra il 2003 e il 2006 (emissione e utilizzo di fatture e documenti per operazioni commerciali in realtà inesistenti; omessa dichiarazione dei redditi e dell'Iva) impiegando le società del Gruppo Pam e utilizzando quelle di Guarini, Negri e Rylance. Al centro degli accertamenti della «Fiamme gialle» la compravendita di cellulari, il cui fatturato per il Gruppo Pam passava dai 258 mila euro del 2000 ai 301 milioni del 2005, scendendo a 39 mila nel 2007, dopo che i finanzieri avevano avviato i controlli fiscali.
Il pubblico ministero ha sostenuto che l’amministratore avrebbe messo a servizio dell’attività criminale uno dei gruppi commerciali più importanti in Italia. Ha aggiunto che, comunque, i reati fiscali sono ormai prescritti e quello per cui ha chiesto la condanna, l’associazione a delinquere, decadrà per lo stesso motivo tra pochi mesi. «Eppure si tratta di reati gravissimi», ha ribadito, «vengono invece trattati come accuse banali, visti i tempi brevi di prescrizione, così il Paese non può lamentarsi se si trova con le pezze al sedere». Infine, ha duramente attaccato le dichiarazioni rese in aula da Bastianello: «I vertici di Pam hanno puntato ad aumentare i profitti dell’azienda anche per garantire le banche di cui, tra l’altro, sono soci e nello stesso tempo clienti perchè da loro finanziati».
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