Frigorifero in fiamme, paura a Rialto
Ancora tanta paura ieri in centro storico per un principio d’ incendio che avrebbe potuto avere conseguenze più serie.
Non si è ancora spento a Venezia l’eco per lo spaventoso incendio del martedì grasso in Fondamenta della Sensa, che ieri sera, poco dopo le 18.30, all’ora degli spritz, la centralissima Ruga degli Oresi, a Rialto, ha vissuto momenti di panico. Il fumo si è sviluppato all’interno de «La Baita», una delle ultime attività di gastronomia rimaste in città, la cui storia è stata ripresa anche dal Sunday Times.
All’interno del negozio, largo appena tre metri quadrati, che apre solo al mattino e, quindi, a quell’ora, era chiuso, si è propagato del fumo causato, con ogni probabilità, da un frigorifero, appoggiato alla parete che dà sul sotoportego. L’allarme l’ha dato Davide Vianello, il titolare del negozio di articoli in legno a fianco de la “Baita”: «Ho sentito tanta puzza di bruciato», spiega Davide Vianello, «e ho chiamato subito i vigili del fuoco. I pompieri sono arrivati sul posto immediatamente con due squadre. Per fortuna, il cortocircuito è stato provocato non dal frigorifero confinante con il nostro negozio, ma da quello appoggiato alla parete del sotoportego».
I pompieri hanno tagliato la saracinesca del negozio di prosciutti e formaggi e si sono visti di fronte subito molto fumo causato dal cortocircuito del frigorifero: le guarnizioni e le plastiche si erano ormai fuse provocando la scintilla. I pompieri, utilizzando gli estintori e gli schiumogeni, hanno bloccato dopo pochi minuti il fumo. Successivamente si sono fermati all’interno del negozio utilizzando delle ventole elettriche per eliminare definitivamente il fumo. Nel frattempo, sul posto, si sono precipitati i fratelli Davide e Stefano Gabbiato, i titolari de “la Baita”, residenti a Mestre.
Nei giorni scorsi i titolari si erano lamentati perché, con con le nuove riforme per il decoro, il negozio fosse sull’orlo di chiudere dopo più di un secolo. «Abbiamo una foto di inizio Novecento», avevano raccontato Stefano e Davide Gabbiato, «che mostra come è sempre stato portato avanti questo mestiere. La Soprintendenza dovrebbe tutelarci come negozio storico, anche considerando che vendiamo beni di prima necessità».
Sul posto si è radunata una gran folla di curiosi. Nelle vicinanze sorgono numerosi bar dove si ritrovano gli amanti dello spritz. E, proprio a quell’ora, è il momento clou. L’area, fra il sotoportego e la ruga degli Oresi, è stata subito isolata dalle forze delle ordine. I momenti di panico, se paragonati con l’incendio del martedì grasso a Cannaregio, sono stati brevi. E anche i danni per la “la Baita” sono stati limitati.
Davide Vatrella
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