Frasi pesanti su Facebook: due espulsi M5S a giudizio

Chioggia. Iniziato ieri il processo contro Nicola Nordio e Paolo Fonsato querelati per diffamazione dal consigliere grillino Gilberto Boscolo dopo il voto nel 2011
Chioggia candidati sindaci aconfronto
Chioggia candidati sindaci aconfronto

CHIOGGIA. Nel Movimento 5 Stelle le espulsioni sono all’ordine del giorno ed è accaduto anche a Chioggia, ma in riva alla laguna non si sono limitati a buttare fuori ben 18 militanti che non si sono allineati, l’unico consigliere comunale grillino, Gilberto Boscolo, ha presentato anche una querela per diffamazione.

Così, venerdì, due ex militanti del Movimento, i chioggiotti Nicola Nordio (31 anni) e Paolo Fonsato (48), sono comparsi davanti al giudice monocratico del Tribunale di Venezia Enrico Ciampaglia, e sono difesi dall’avvocato Giorgio Muccio. Inizialmente, il consigliere comunale Boscolo ne aveva querelati quattro, ma la Procura, dopo alcuni accertamenti, ha chiesto e ottenuto l’archiviazione per due, mandando invece gli altri due a giudizio. Ieri, è stato sentito il querelante che, rispondendo alle domande delle parti ha spiegato per quale motivo si è sentito diffamato, ma ha anche dovuto ammettere che subito dopo le elezioni amministrative del 2011 tutti coloro che si erano schierati contro una sua proposta, 18 su 22 presenti, alla fine sono stati espulsi dal movimento.

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Stando al capo d’imputazione, gli accusati, entrambi presenti in aula, avevano postato sui profili Facebook frasi pesantemente critiche sul conto di Boscolo, colui che li aveva cacciati. Nella querela il consigliere comunale uscente (a Chioggia si vota tra poco meno di un mese) ha sostenuto di essere stato diffamato in particolare da alcune frasi. Fonsato si sarebbe riferito a Boscolo come di un «nanetto», «effeminato» e «figlio di papà», tutto questo tra il marzo e il mese di maggio 2012, ad un anno esatto dalle ultime elezioni. Mentre Nordio si era chiesto «che fa il consigliere 5 Stelle?», rispondendosi: «Buio pesto». Ma la frase più pesante è un altra anche se non si leggeva direttamente il nome di Gilberto Boscolo, ma per il querelante è stato chiaro che il riferimento era a lui. Ecco la frase: «Che bello guardarsi allo specchio alla mattina e non vedere una faccia di m...». Per l’avvocato Muccio non ci sono gli estremi della diffamazione o perché si tratta di diritto di critica o perché non c’è un riferimento diretto alla persona di Boscolo. Naturalmente, toccherà al giudice Ciampaglia dire l’ultima parola: il magistrato ha rinviato l’udienza all’8 luglio, giorno in cui verranno ascoltati alcuni testimoni chiamati dalla difesa. E sicuramente si discuterà anche del motivo che ha spinto Boscolo ad espellere numerosi militanti immediatamente dopo le elezioni del 2011, quando la lista del Movimento 5 Stelle aveva portato a casa oltre il 7 per cento dei suffragi e il loro candidato sindaco l’8,5 per cento. Stando ad una ricostruzione, Boscolo aveva puntato a cacciare colui che era arrivato terzo nella lista dei candidati, ma ben 18 su 22 avevano votato perché rimanesse. Ora sono tutti fuori.

 

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