Franco Libri, multa di cinquemila euro

La Polizia municipale sanziona il pensionato che svuota le soffitte e cede i volumi usati a San Basilio. La città si ribella

VENEZIA. In molti, a Venezia, conoscono Francesco Teardo. O meglio: “Franco Libri”, un signore appassionato di libri e letteratura che da oltre dieci anni dona vita nuova ai libri usati. Li riceve da chi svuota soffitte o vuole liberarsi di vecchi volumi e, un paio di volte alla settimana, li espone lungo la Fondamenta di San Basilio, appoggiandoli al muretto che corre lungo il canale. Chiunque li può prendere, anche gratis o in cambio di un altro libro. Spesso, quasi per una questione di “bon ton”, chi si porta a casa un volume lascia un’offerta di uno o due euro.

Domenica scorsa, nel pieno della manifestazione contro le grandi navi, la polizia municipale ha sequestrato a Francesco Teardo 125 libri usati e 127 fumetti, applicandogli la salata sanzione di 5.164,00 euro. Una cifra da capogiro, per Franco Libri, che le forze dell’ordine giustificano avvalendosi dell’articolo 28 del decreto legislativo 114/98 che, in assenza dell’autorizzazione comunale, proibisce il commercio di beni sulla pubblica via. Teardo, questo è vero, non ha nessuna licenza. Non ne ha mai fatto richiesta per perseguire la sua attività e medita di mettere in piedi un’associazione culturale per non abbandonarla. Il suo proporre ai veneziani di portarsi a casa libri usati lasciando giù un euro o addirittura nulla, tuttavia, è difficile da etichettare come commercio abusivo. Che fine farebbero quei libri se non fosse lui a raccoglierli? E che fine hanno fatto, o faranno, i volumi sequestrati dalla polizia municipale? Non starebbero meglio nelle case dei veneziani anziché stipati in un magazzino, magari accanto alla merce contraffatta? Francesco Teardo si chiede se non sia possibile trovare una via di mezzo fra il presunto abusivismo e l’assenza di una licenza che gli permetterebbe di continuare a divulgare cultura.

Teardo è un ex dipendente comunale in pensione. A Venezia è conosciuto per aver organizzato eventi culturali e sportivi ma, soprattutto, per aver messo in piedi una vera e propria biblioteca al carcere femminile della Giudecca. Senza il suo impegno, le detenute non avrebbero a disposizione la vasta scelta di libri in lingua straniera che Franco Libri, negli anni, ha recuperato in base ai loro paesi di provenienza. «Mi chiedo se il divulgare cultura senza fini di lucro debba essere punito così pesantemente», dice Teardo. «Espongo i miei libri senza intralciare il passaggio della gente e senza chiedere soldi a nessuno. È un’attività senza fini di lucro, che da dieci anni porto avanti solo per passione e per invitare i veneziani a leggere». A rigor di logica, in base alla stessa legge per la quale Franco Libri è stato multato, nemmeno i bambini che “vendono” i loro libri e giocattoli usati in campo Santa Margherita e in altri campi di Venezia potrebbero occupare uno spazio pubblico per le loro attività. Per chiedere chiarezza al Comune su questa vicenda, e per capire se non sia possibile distinguere fra il commercio abusivo e un semplice scambio di libri e cultura che non crea vero e proprio profitto, i residenti di San Basilio e dintorni stanno firmando una petizione. «La sanzione a Franco Libri deve essere revocata», hanno detto alcuni residenti. «Non possiamo permettere che nella nostra città, al centro di scandali, corruzione e abusivismo incontrollato, sia faccia di ogni erba un fascio». »È davvero possibile che una persona impegnata nella diffusione della cultura, e senza fini di lucro, debba essere considerata un criminale?».

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