Francesca, da Venezia a Ginevra per studiare le origini dell'universo
LIDO. Studia al Cern di Ginevra cos'è successo un milionesimo di secondo dopo il Big bang e quando rientra in Italia, a Bologna, si concentra sugli effetti dei raggi cosmici. Francesca Carnesecchi è una lidense doc: 26 anni ad agosto, una laurea magistrale e un dottorato in Fisica all'Università di Bologna e ora la borsa di studio triennale negli impianti che ospitano l'acceleratore di particelle più grande e famoso del mondo. La fisica per lei è una passione e la ricerca rappresenta il suo futuro.
«La fisica mi ha sempre interessata sin dal liceo quando studiavo al Benedetti di Venezia», racconta, «Sono stati proprio alcuni professori del liceo a farmi appassionare ancora di più. Ho scelto di studiare poi a Bologna e alla fine mi si sono aperte le porte del Cern».
Prima è arrivata la laurea triennale in Fisica (110) con tesi sul modello di Ising bidimensionale, quindi quella magistrale (110 con lode) approfondendo la fisica subnucleare e nucleare. Dal novembre 2014 ha un dottorato di ricerca e appunto l'impegno a Ginevra. «In Svizzera ho iniziato a collaborare con un gruppo di ricercatori di Bologna che partecipa al progetto Alice», aggiunge Francesca. «Si tratta di uno degli esperimenti in corso al Cern, cui lavorano 1.500 studiosi di tutto il mondo in rappresentanza di 37 Paesi. Si interviene per capire cos'è successo un milionesimo di secondo dopo il Big bang, evento che si presuppone sia avvenuto 13-14 miliardi di anni fa. Uno stato particolare in cui la materia è a temperature elevatissime. Vogliamo in pratica capire le origini dell'Universo. Si studia con un acceleratore di particelle che fa scontrare gli ioni e si crea lo stato primordiale su cui stiamo studiando. Nella pratica ci sono poi varie mansioni: una di queste mi riguarda direttamente, cioè analizzare l'enorme mole di dati che proviene dai rilevatori, cercando le misure di precisione per arrivare ai risultati che ci attendiamo».
Al Cern si parla in più lingue ed è una situazione molto stimolante, come conferma la ricercatrice lidense. «Incontri persone da tutto il mondo e sia per la scienza che per la cultura hai modo di confrontarti e arricchirti. C'è una possibilità di crescere davvero a 360 gradi. La mia vita è ormai divisa tra Ginevra e Bologna, ma appena posso torno al Lido a trovare gli amici e i genitori. Al Cern si devono rispettare i turni di lavoro e poi i workshop sono il pane quotidiano. A Bologna, invece, mi occupo in laboratorio dei raggi cosmici, anche qui cercando rivelatori, poiché si tratta di particelle che continuano ad arrivare ogni secondo su tutto ciò che ci circonda. Un meccanismo che li sposta derivando dalle esplosioni delle stelle, le cosiddette supernove. I raggi cosmici sono molto utili per la fisica nucleare e subnucleare, ma anche in ambito medico con connessioni in più campi».
Una vita intensa, nella quale Francesca Carnesecchi trova anche un po' di tempo libero. «Se posso mi guardo qualche film, torno infatti sempre al Lido per la Mostra del Cinema e poi, logico, a Bologna si esce anche tra amici ogni tanto. Il mio futuro? Vorrei continuare con la ricerca. Mi sento una privilegiata perché faccio e studio ciò che amo, ma devo soprattutto ringraziare la mia famiglia per i sacrifici fatti per permettermi tutto ciò. Noi ricercatori dobbiamo essere sempre disposti ad andare dove si può continuare il nostro lavoro. Logico che vorrei farlo in Italia, ma se non fosse possibile andrei all'estero, subito. Lavorando in un esperimento del Cern devi essere pronto a fare la valigia in qualsiasi momento».
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