Fracasso, via un altro ramo settore stradale ai tedeschi

Fiesso. L’intenzione dell’azienda comunicata ieri al Ministero dello Sviluppo I sindacati: «Non accettiamo questa strategia di dismissione pezzo per pezzo»

FIESSO. Fracasso, la proprietà vuole vendere l’azienda un pezzo per volta ma il sindacato dice no e minaccia nuove proteste e azioni legali. Questo l’esito di un incontro avuto fra le parti ieri al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma.

L’azienda di via Barbariga a Fiesso, che dal 22 aprile scorso ha avviato la procedura concorsuale, si occupa della produzione di guardrail e manufatti stradali. Martedì prossimo alle 10.30 è stato convocato un nuovo vertice per cercare di trovare un dialogo fra le parti.

«La situazione è drammatica» spiega Michele Valentini referente della Fiom Cgil «Nell’incontro che si è svolto oggi (ieri per chi legge) a Roma l’azienda ha dimostrato di non voler in alcun modo tenere in considerazione le nostre posizioni. Dopo aver affittato il ramo silos con circa 45 dipendenti all’azienda Frame di Mestrino, ci hanno annunciato che ormai è fatto l’accordo con una azienda tedesca per l’affitto del settore stradale. Di fatto i tedeschi “acquistano” 26 dipendenti, fra questi dieci impiegati. È una strategia della dismissione della fabbrica un pezzo per volta che non accettiamo». Alla Fracasso fra il sito di Fiesso e quello di Ozzano nel bolognese sono occupati 188 dipendenti. Questi dipendenti non potranno tutti essere assunti con la strategia dell’affitto dei rami d’azienda. «Fracasso» spiega l’assessore provinciale al Lavoro Paolino D’Anna presente all’incontro di ieri «ci ha fatto capire che si trova in una situazione molto difficile e che non riuscirà a garantire l’occupazione a tutti i dipendenti. Ora si cercheranno di smussare gli attriti con la proprietà nell’incontro di martedì prossimo al Ministero».

I sindacati e le Rsu dal canto loro ritengono che d’ora in poi il Ministero «debba svolgere un’azione più decisa sulla proprietà con lo scopo di salvare i posti di lavoro». Intanto la mobilitazione continua. Nei giorni scorsi per solidarietà anche i lavori individuati dalla Fracasso come “idonei” al passaggio nell’affitto del ramo di impresa, e quindi assunti alla Frame di Mestrino, sono rimasti fuori dai cancelli in assemblea con gli altri 150 colleghi candidati, nel giro di un anno, al licenziament.

Adriano Fracasso, figlio dello storico titolare Oreste, ha assicurato nei giorni scorsi che i creditori saranno onorati. Ha però ribadito che non tutti i 188 dipendenti potranno essere ricollocati. Un centinaio saranno messi in cassa integrazione per cessata attività. L’azienda ieri interpellata dopo l’incontro ha spiegato di voler esaminare con attenzione la situazione prima di esternare la propria posizione.

Alessandro Abbadir

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