Fra Casson e Brugnaro ballottaggio e incertezza

VENEZIA. Ballottaggio. La sfida per la conquista di Ca’ Farsetti non è finita. Si voterà di nuovo tra 15 giorni, con due soli concorrenti in pista: il candidato del centrosinistra Felice Casson e lo sfidante civico di centrodestra, l’imprenditore Luigi Brugnaro. Verdetto abbastanza chiaro, quello emerso ieri dalle urne. Dieci per cento in più di astensioni rispetto alle amministrative 2010, e niente vittoria al primo turno, come fu invece cinque anni fa con Giorgio Orsoni. Un anno di commissariamento e lo scandalo Mose – che pure non ha visto coinvolti nella corruzione esponenti del Pd – hanno finito per penalizzare il partito di maggioranza, sceso di 27 punti rispetto alle Europee.
Casson arriva comunque primo, ma si ferma appena sotto il 40 per cento, dieci punti avanti del suo principale competitor Luigi Brugnaro. Troppo poco per passare al primo turno. Brugnaro fa il pieno con la sua civica «Impegno comune», che diventa il primo partito della città. In caso di vittoria sarà il primo partito anche in Consiglio comunale. In caso contrario avrà comunque una pattuglia di 6-7 consiglieri di opposizione.
La delusione per i fans di Casson si fa strada intorno alle 16. Arrivano i primi dati dalle sezioni. Con grande lentezza, perché sono tanti i presidenti appena rinominati dalla Corte d’Appello che non hanno pratica con il sistema di voto. Casson è in testa, ma non supera mai il 40 per cento. Scorrono i dati del Pd. Molto sotto le aspettative, nonostante la «benedizione» di Renzi arrivata al candidato senatore. In alcune sezioni della città storica Brugnaro parte addirittura in testa. Va abbastanza bene Gian Angelo Bellati, solo un punto dietro al grillino Davide Scano, meno bene la Zaccariotto, che non va oltre il 7 per cento. Per gli altri quattro candidati (Seibezzi, Pizzo, Busetto e D’Elia) non c’è storia. Tutti insieme fanno poco più dell’1 e mezzo per cento.
Che succederà adesso? Brugnaro canta vittoria e pensa già alla «finale» del 14 giugno. Si sono in parte avverati i presagi di qualche dissidente pd e della «Cassandra» Cacciari, da sempre contrario all’ipotesi Casson, che avevano previsto il ballottaggio con la possibilità di riaggregrare il centrodestra intorno a Brugnaro. Ipotesi adesso tutta da verificare. Perché tra 15 giorni comincia una sfida tutta nuova. Come saranno le alleanze, se ce ne saranno, per il secondo turno? Quanti torneranno a votare pur non avendo un loro candidato da sostenere? Gian Angelo Bellati è deluso e medita il ritiro. «Ho già dato per il mio senso civico, cederò il mio posto in Consiglio a qualcun altro», dice. La Lega si è fermata al 13 per cento. Bellati, persona di livello che si era prestato a correre per le civiche e il Carroccio non ha beneficiato del dissenso, finito in buona parte nella lista Brugnaro. «Per quello che mi riguarda non farò alcuna alleanza», dice.
Più possibilista il segretario della Lega Alberto Semenzato. «Si può parlarne, ma solo a certe condizioni: non ci dovranno essere personaggi coinvolti con la passata amministrazione». Chiaro il riferimento a Forza Italia e Udc, in giunta con Orsoni fino al 2014. Non sarà facile comunque, fanno capire i dirigenti del Carroccio, riportare i leghisti a votare sui due nomi, quando sulla scheda non ci saranno nemmeno i simboli dei partiti. All’alleanza con Brugnaro ci pensa, scettica, anche Francesca Zaccariotto. «In questi due mesi di campagna elettorale ha sempre parlato di dignità e dei «pochi mezzi» a sua disposizione. Ma la politica potrebbe anche convincerla a cambiare idea. «Non so vedremo, ci riuniremo. In questi momenti bisogna fare squadra, dimnostrare di essere leader. E parlare chiaro. Ma non abbiamo deciso». Chi invece ha deciso sono i Grillini, Rispettando la linea nazionale, il Movimento «non si allea con nessuno». Difficile, almeno in via ufficiale, un sostegno al secondo turno per Felice Casson. Che però gode di qualche attenzione tra gli elettori grillini, soprattutto sui temi ambientali e della legalità. Scenari che si dovrebbero vedere più nitidi già nelle prossime ore, quando cominceranno gli incontri annunciati da Brugnaro. «Il primo turno saranno le nostre primarie», aveva detto più volte. La sua macchina elettorale è pronta alla sfida, cartelloni e piazze sono già stati prenotati. Il centrodestra, dopo 23 anni, stavolta ci fa un pensierino.
I risultati dei principali partiti a Venezia dal 2000 al 2015.
Zaccariotto: "Mi auguro vinca il cambiamento". «Mi auguro che il cambiamento vinca ma la politica è una brutta bestia, Felice Casson ha la sua base e andranno tutti a votare mentre per Luigi Brugnaro bisognerà vedere che cosa riuscirà a raccogliere per coprire i 10mila voti di distacco, considerato che la Lega chiederà, per sostenerlo, di tutto e di più». A dirlo è Francesca Zaccariotto, ex presidente della Provincia di Venezia ed ex leghista, candidata con un proprio movimento a sindaco, uscita ampiamente lontana dai vertici della "corsa" ma ora possibile ago della bilancia nella contesa Casson-Brugnaro.
Zaccariotto non si sbilancia sul candidato al quale destinare il suo pacchetto di voti, oltre 7.500. «Chi deve riflettere sui voti da raccogliere - avverte - non sono io che esco amareggiata dalla competizione, ma chi va al ballottaggio, ovvero Casson e Brugnaro». L'ex presidente ribadisce: «voglio il nuovo e la pulizia dopo 20 anni di gestione discutibile su Venezia». «Nessuno di chi c'era prima a governare Venezia, comprese le seconde e le terze file - continua - deve tornare a gestire la città». Sui problemi, da sicurezza e lavoro, «stranamente da comune e municipalità, tutti si aggrappano come il problema non esistesse già da prima: per questo sono per il nuovo».
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