Fossò, un tumore si porta via Aurora a soli otto anni

La bimba non ha mai perso il sorriso. Ed è stata per il brevissimo arco della sua esistenza un esempio di bontà

PADOVA. Non ha mai perso il sorriso. Ed è stata per il brevissimo arco della sua esistenza un esempio di bontà. È tramontata troppo presto la stella di Aurora Maniero, 8 anni, che l'otto agosto 2017 i è spenta a causa di un neuroblastoma contro cui lottava da anni.

Tornerà a splendere nel ricordo del papà Mirko, della mamma Valentina e della sorellina, così come di tutto il reparto di Oncomatologia pediatrica dell’Azienda ospedaliera e dell’associazione Team for children che l’ha seguita e ospitata.

Era diventata famosa tre anni fa per aver vinto il “Premio della bontà” dell’Arciconfraternita di Sant’Antonio. Per il suo quinto compleanno aveva chiesto di non ricevere giocattoli ma donazioni che ha raccolto in un salvadanaio consegnato poi alla presidente di Team for children Chiara Girello Azzena. «La solidarietà è inscritta dal Creatore nel cuore di ogni essere umano ma nei bimbi riesce spesso a risplendere in maniera del tutto speciale – si legge nella motivazione del premio – Il gesto generoso di Aurora è testimonianza della forza dell’esempio della bontà».

Un gesto di sorprendente altruismo, frutto di un clima familiare di profondo rispetto e grande generosità. Una famiglia unita, con i genitori molto giovani, che sabato scorso si sono sposati in un agriturismo di Rovolon.

Era un grande desiderio di Aurora: voleva assistere alle nozze di mamma e papà. E ce l’ha fatta, nonostante la malattia le avesse portato via quelle forze e quella vitalità tipica dei bimbi della sua età. Una cerimonia semplice, accompagnata dalle voci del coro dei True Voice (alcuni rientrati appositamente dalle ferie per partecipare), che Aurora ha seguito con attenzione, concedendosi ogni tanto delle pause di riposo. La piccola Aurora ha vissuto più di metà della sua breve vita nelle stanze e nei corridoi di Oncoematologia pediatrica a Padova, dove era seguita e curata da tutta l’équipe di medici diretta dal professor Giuseppe Basso.

In particolare era la dottoressa Elisabetta Viscardi che ha seguito il suo caso, dedicando tutte le energie possibili per sconfiggere il male. Sono stati tentati anche due trapianti di cellule staminali per far regredire la malattia. Purtroppo nulla ha funzionato. E Aurora ha combattuto una partita in cui il destino l’ha voluta perdente. Negli ultimi giorni il tumore le aveva creato problemi alle ossa, costringendola a muoversi in sedia a rotelle. E anche così non perdeva la capacità di sorridere, giocare e regalare grandi abbracci a genitori, medici e amici.

La famiglia, residente a Fossò, nel Veneziano, ha accompagnato Aurora fino alla fine.

E ieri pomeriggio ha dovuto sbrigare le tristi pratiche per il funerale, affidandosi all’impresa funebre Santinello. L’ultimo saluto a Aurora si terrà con tutta probabilità sabato nella chiesa di Fossò. Una cerimonia che certamente sarà molto partecipata perché Aurora, con la sua bontà, nel poco tempo trascorso sulla terra ha saputo farsi tanti amici. Ed essere un esempio che rimarrà.

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