Fossalta di Piave, donna aggredita e rapinata in casa

Il bandito le ha puntato una pistola, non trovando soldi ha preso un anello e le ha strappato gli orecchini

FOSSALTA DI PIAVE. Aggredita e rapinata in casa, paura a Fossalta ieri mattina alle 9.15 in via Kennedy. Il pericolo è davanti alla porta quando meno te lo aspetti. Così, Roberta Menegaldo, che abita in una villa al civico 27, davanti al maglificio Mazzonetto, ha aperto la porta d'ingresso quando un ragazzo sui ventanni ha suonato per chiedere delle informazioni. Aveva già aperto il cancello ed era salito fino alla porta principale. La donna, che ha 65 anni e vive con il marito, Mario Conte, disabile, ha aperto per sentire cosa volesse il ragazzo e se lo è trovato di fronte. Questi indossava un paio di occhiali scuri e ha abbassato la visiera del cappello per nascondere meglio il volto. A quel punto l'ha spinta a terra puntandole una pistola, non si sa se vera o giocattolo. Una violenza inutile nei confronti di una persona del tutto inerme e innocua. La donna si è rialzata, un po' frastornata e con una ferita alla nuca per il colpo subito. Sotto la minaccia della pistola, che forse l'ha colpita anche alla testa con la canna, è stata obbligata a tacere e entrare.

Lei ha cercato di spiegare che nell'abitazione non c'era nulla da rubare. In una stanza, il marito disabile non è riuscito al momento a capire cosa stesse accadendo, se non più tardi quando sono finiti quei minuti interminabili. Lo spietato rapinatore ha costretto la donna ad aprire cassetti e rovistare nelle camere. Ha capito che non c'era nulla e allora le ha strappato gli orecchini d'oro, ferendola a un orecchio dal quale è colato del sangue, costringendola anche a togliersi un anello che aveva al dito.

Ha parlato poco, in un italiano piuttosto chiaro e corretto. Arraffati i preziosi, si è allontanato di corsa, raggiungendo un'auto che lo attendeva fuori, sembra un'auto di piccola cilindrata. Nessuno però è riuscito a vedere il rapinatore, e il palo alla guida dell'auto, che si allontanavano a tutto gas. La donna allora è andata dal marito a raccontare cosa fosse successo e, disperata, ha chiamato i carabinieri, quindi i figli. Ha subito varie lesioni: un taglio alla nuca che l'ha costretta a ricorrere alle cure mediche all'ospedale di San Donà, ma anche la ferita al'orecchio e un'altra ferita alla testa, forse provocata dalla canna della pistola che l'ha percossa. Ha cercato di farsi coraggio e si è chiusa nel silenzio assieme alla famiglia. Nel pomeriggio, il sindaco, Massimo Sensini, si è s recato in via Kennedy a portare la sua solidarietà, testimoniando la vicinanza delle istituzioni. L'anno scorso, la notte di Halloween, un'altra donna era stata aggredita e sequestrata in casa. Era l'infermiera Ljerca Haramincic di 59 anni, originaria di Zagabria, vedova da pochi mesi di Sergio Visentin. Quattro uomini avevano fatto irruzione in via della Conciliazione, poco lontano dalla casa della signora Menegaldo, poi l'avevano incappucciata e portata via in auto abbandonandola a Zenson in mezzo a una strada buia dopo aver rubato la cassaforte.

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