Fortogna abbraccia lo jesolano salvato dalla guarda boschiva

Denzi Mazzetto era diretto a Longarone con la famiglia: «L’auto si guastò prima di arrivare e De Bettio ci ospitò» 

LONGARONE

Nuove storie e incontri emergono dopo il Vajont. Grazie al sindaco di Ponte nelle Alpi, Paolo Vendramini, si è scoperta un’altra delle tante vicende familiari legate ai giorni del disastro.

È la storia di Denzi Mazzetto da Jesolo, che all’epoca aveva 5 anni.

«L’8 ottobre 1963 – racconta – stavamo andando in villeggiatura a Longarone con la mia famiglia. Eravamo ospiti dalla perpetua. A causa un guasto meccanico all’auto ci siamo bloccati sulla strada del Fadalto. Per riparare il problema meccanico ci volevano diversi giorni. Fummo ospitati a Fortogna da Rodolfo De Bettio, che casualmente si trovava sul posto. Abbiamo poi scoperto che era la guardia boschiva comunale di Longarone, dimostrando grande generosità. Un bel gesto che fu la nostra salvezza perché, dopo poche ore, Longarone sarebbe stata completamente spazzata via».

«Mi ricordo bene quella notte», racconta Mazzetto: «De Bettio per sicurezza ci portò tutti lontano, nel bosco nella località di San Martino. “Forse è esplosa la centrale di Soverzene”, ci disse. Non sapevamo cosa era successo ma lui voleva che fossimo tutti al sicuro. Dormimmo sul prato e la mattina dopo ci portò il caffè. La vista del giorno dopo è stata qualcosa di straziante con tutto il fango e i cadaveri».

Il sindaco Vendramini è venuto casualmente a conoscenza della vicenda mentre si trovava nel ristorante a Jesolo gestito da Mazzetto che ha raccontato il suo forte legame con le zone di Ponte nelle Alpi e Longarone, dove spesso è venuto in visita, anche se ben pochi conoscevano la sua vicenda legata al disastro del Vajont perché lo stesso Mazzetto ha sempre evitato di parlarne.

Con l’aiuto organizzativo dell’ex guardia boschiva Elvio Bez, che è risalito all’identità di De Bettio, si è organizzato un momento di incontro a Fortogna che si è tenuto in occasione della festa patronale di San Martino.

Presenti i sindaci Vendramini e Roberto Padrin di Longarone, alcuni superstiti e famigliari di De Bettio e il vicesindaco di Jesolo Roberto Rugolotto con altri rappresentati della sua amministrazione. —



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