«Forti, la candidatura all’Unesco fra un anno»
Nuove polemiche dopo la bocciatura di Venezia. «È mancato il necessario supporto»

Interpress Vitucci Venezia10.04.2012.- Forte S,Andrea, lavori subacquei per la realizzazione di energia delle maree.- Nella foto barche d'appoggio per i subacquei
L’Istituto Italiano dei Castelli auspica che si rimandi di un anno la candidatura Unesco per le fortificazioni veneziane Patrimonio dell’Umanità, notizia anticipata dal nostro giornale domenica scorsa. Dopo la bocciatura di Venezia da parte di Icomos, il braccio destro dell’organizzazione internazionale, l’Istituto ha convocato ieri una conferenza stampa a Palazzo Pisani Moretta per esprimere la sua posizione: attendere per vedere se il Comune o altre istituzioni culturali si faranno avanti per rilanciare la candidatura con parametri più ampi e con Venezia capofila e, se questo non avvenisse, inviare una lettera alla sede internazionale Unesco di Parigi con le proprie considerazioni.
I toni usati dal presidente Fiorenzo Meneghelli e dal presidente onorario Maurizio Sammartini sono stati cordiali e istituzionali, ma nonostante l’apertura dell’Istituto dei Castelli a collaborare per il rilancio, qualche insofferenza c’è. Le criticità riguardano infatti non solo i parametri (non limitarli solo ai bastioni alla moderna, proporre l’Arsenale come simbolo del potere marittimo e il Forte Sant’Andrea come simbolo del potere militare, inserire il Forte San Felice di Chioggia, Cipro, Grecia e Albania), ma anche lo stato delle fortificazioni stesse.
Per esempio nel documento consegnato a Icomos sul Forte Sant’Andrea si parla di un grande giardino comunale aperto grazie al partenariato pubblico e privato e dei danni del passaggio delle barche: «Il Comune ha consegnato un documento falso», ha detto il consigliere nazionale Andrea Grigoletto, «oggi il Forte è ancora del Demanio, è chiuso e il progetto a cui si fa riferimento è stato bocciato dal Tar. Inoltre per l’Arsenale dovrebbe essere aperto anche nei mesi invernali e tutto quello che riguarda la manutenzione del Mose spostato a Porto Marghera».
Grigoletto non manca di sottolineare gli sforzi fatti per evitare la figuraccia: «Dallo scorso settembre abbiamo inviato alla presidente della commissione cultura Giorgia Pea e all’Ufficio Unesco oltre una decina di richieste per un incontro su questo tema, ma nessuno ci ha mai risposto. L’ultima, indirizzata anche al sindaco e al Mibac, risale al 9 maggio scorso».
«Sono dispiaciuta della bocciatura», replica Pea, dicendo che nei mesi scorsi gli sforzi sono stati concentrati su turismo, cultura e pari opportunità, «la competenza dei forti è però del Patrimonio, ma se posso essere disponibile ci sono». «Parole indifendibili», ribatte Grigoletto, «se non era di sua competenza non lo poteva dire? E allora perché è andata Pea a parlare con l’Unesco a Parigi, i forti non riguardano la cultura?»
Ora si dovrà vedere se il Comune ha intenzione di prendere in mano la situazione, altrimenti l’assenza di Venezia sarà pesante da digerire.
Vera Mantengoli
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