Forti, barene e arenili: il Comune di Venezia fa shopping
VENEZIA. «Il Comune si fa dare i beni demaniali a titolo gratuito e ne ha la proprietà. Poi li affida ai privati per rivitalizzarli, ma con determinate garanzie. Così la proprietà resta nostra e recuperiamo un bene senza spendere soldi che non abbiamo». Il sindaco Luigi Brugnaro commenta così l’operazione di passaggio di proprietà al Comune di molti beni del Demanio. In base alla legge sul federalismo demaniale è possibile avere in proprietà «a titolo non oneroso» beni in gran parte utilizzati a fini militari e oggi dismessi.
Tra i 14 che passano di proprietà nella delibera approvata ieri mattina dalla giunta ci sono tra gli altri le ex caserme della Finanza e della Cavalleria a San Nicolò di Lido, l’arenile degli Alberoni e l’ex Forte Barbarigo a Ca’Roman, la Batteria Rocchetta e l’ex Batteria Emo sempre al Lido. Edifici e fabbricati in alcuni casi di discreto pregio, come le storiche batterie difensive ottocentesche – che potranno essere riutilizzati. Sarà adesso avviata una gara e una manifestazione di interesse per trovare privati disposti a investire.
È la strada già sperimentata per altri progetti, in corso d’opera per alcune isole a cominciare dall’ex caserma Miraglia alle Vignole e a Sant’Andrea. Un bando che era stato emesso due mesi fa dal ministero e dalla società Difesa Servizi. Che ha ricevuto alcune manifestazioni di interesse da cordate di privati. Ma l’operazione adesso rallenta. «Noi andiamo avanti», dice Brugnaro, «aspettiamo di vedere chi siano le imprese interessate. Poi faremo tutto, in accordo con la Soprintendenza e con il Demanio, con cui abbiamo un ottimo rapporto». La cosiddetta «caserma Miraglia» è in realtà una serie di edifici nell’isola delle Vignole e di Sant’Andrea: 197 mila metri quadrati con l’Idroscalo, lo storico bacino da dove decollavano gli idrovolanti, darsena perfetta per le sue caratteristiche funzionali. Il Battaglione serenissima dei lagunari si è trasferito in terraferma, e l’Esercito ha restituito il bene, che è stato messo all’asta dalla Società Difesa servizi srl. Due i sopralluoghi effettuati dalla Difesa e dal ministro Roberta Pinotti.
Operazione che in questo caos intende valorizzare un bene pregiato, nel mezzo della laguna. Lasciando però l’accesso e la fruibilità del luogo ai veneziani. Per gli edifici passati ieri di proprietà con la delibera approvata dalla giunta il discorso è un po’diverso. Si tratta di beni «piccoli» e alla portata di mano anche di aziende di medie dimensioni. Che potrebbero trasformarli in agriturismo o in luoghi produttivi per attività compatibili.
Dei criteri dei futuri bandi si dovrà discutere in Consiglio comunale, dal momento che la delibera approvata dalla giunta andrà adesso all’esame dell’assemblea di Ca’Loredan. «Una decisione che permetterà a queste aree e strutture di essere riqualificate e messe a disposizione dell’amministrazione», commenta la vicesindaco Luciana Colle, che ha proposto la delibera di acquisizione, «abbiamo ritenuto di incamerare nel patrimonio della città pezzi importanti per la nostra storia, come il Forte Barbarigo, una batteria di difesa costiera costruita nel 1912 e che aveva il compito di controllare l’entrata delle navi al Porto di Chioggia e al litorale di Pellestrina». Grande importanza viene attribuita anche alla caserma ex Cavalleria S. Nicolò al Lido. Un compendio immobiliare – conclude Colle – oggi abbandonato, retrostante all’Aeroporto Nicelli e adiacente all’ex caserma Pepe, che vanta una notevole estensione fronte laguna e che questa amministrazione si impegna a rivitalizzareA. Questo terzo stralcio di acquisizioni si va a sommare alle due precedenti avvenute nel 2015 che complessivamente hanno permesso alla Città di acquisire 22 beni immobili. Altri dieci sono in attesa di essere trasferiti al Comune dall’Agenzia del Demanio.
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