Forte San Felice, servono altri 5 milioni per il restauro. Il sindaco di Chioggia scrive al ministro

Lavori ancora in stallo dopo i problemi con il Cvn, ma la volontà sarebbe quella di ripartire a breve. Sul piatto già 7 milioni, ma per il completamento del cantiere c’è necessità di altri fondi

Elisabetta Boscolo Anzoletti

CHIOGGIA. Lettera al ministro Dario Franceschini per battere cassa e proseguire così nei lavori di recupero del Forte San Felice che, con finanziamenti certi, potrà essere riconsegnato alla città fra 4-5 anni. Queste le intenzioni del sindaco Mauro Armelao dopo i lavori del secondo tavolo tecnico che si è riunito nei giorni scorsi per concertare la continuazione dei lavori sul Forte, interrotti da sette mesi per problemi di liquidità delle ditte impegnate nel cantiere da parte del Consorzio Venezia Nuova.

Con il concordato economico, i problemi dovrebbero essere risolti, ma i lavori non sono ancora ripartiti. Tutti gli enti coinvolti (ministero della Difesa, Difesa servizi spa, Marina militare, Provveditorato per le Opere pubbliche, Direzione musei del Veneto, Soprintendenza, Istituto italiano dei castelli, Comitato Forte San Felice, Agenzia del Demanio, Consorzio Venezia Nuova, Comune) hanno confermato la volontà di riprendere al più presto i lavori e di avviare anche un secondo intervento nella parte di competenza del ministero della Difesa (il 13% del compendio).

Nell’ultimo periodo la Soprintendenza ha concluso le indagini sul blockhouse austriaco e quelle conoscitive sulla polveriera veneziana, recuperando dati utili per l’affinamento del progetto esecutivo dei due edifici. Nel tavolo il Provveditorato ha ricordato che i sette milioni di euro disponibili per il recupero del compendio, finanziati come opere di compensazione del Mose, saranno utilizzati per i lavori già in corso sul portale del Tirali (2,3 milioni) e per la riqualificazione ambientale nell’oasi al di fuori del forte; le indagini, la messa in sicurezza e la progettazione definitiva del castello centrale (4,7 milioni). A breve il Provveditorato assegnerà anche l’incarico per la realizzazione dei due pontili di accesso.

«L’obiettivo condiviso è di riqualificare e valorizzare il Forte San Felice nei tempi più rapidi possibili», spiega Armelao, «Nei prossimi mesi verranno riaperti i cantieri ed entro il 2023 avviata la riqualificazione dell’area verde dell’oasi. Prevediamo di concludere il tutto, con la riapertura al pubblico del compendio, entro 4-5 anni, ma è evidente che, oltre ai sette milioni di euro come opere di compensazione del Mose, serviranno altri cinque milioni per portare a compimento il recupero. Il flusso dei finanziamenti deve quindi essere continuo per scongiurare tempi biblici. A tal proposito scriverò una lettera al ministro della Cultura Franceschini che nella visita in città dello scorso settembre aveva assicurato che non mancheranno i fondi per recuperare il Forte».

Argomenti:artecultura

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia