Forte San Felice, intesa per il recupero turistico

L’obiettivo è il restauro del compendio che comprende l’ottagono di Caroman Le istituzioni si sono impegnate a organizzare mostre, convegni e workshop

CHIOGGIA. Chioggia sogna un parco delle fortificazioni della laguna sud che comprenda il compendio di San Felice, l’ottagono e il Forte di Caroman. Il progetto è emerso ieri durante la firma del protocollo d’intesa tra Comune e Istituto italiano dei castelli per la valorizzazione storica e culturale del Forte, che dovrà andare di pari passo al restauro del compendio. Comune e istituto si impegnano a realizzare iniziative, mostre, convegni, workshop, eventi che concorrano a far conoscere a livello internazionale il valore storico, naturalistico e culturale del compendio, risalente nelle prime parti a fine Trecento.

«Questo protocollo», spiega il sindaco Alessandro Ferro, «è un’opportunità ulteriore per valorizzare il Forte di cui abbiamo avviato il percorso di recupero col protocollo firmato a gennaio con i ministeri e il provveditorato delle opere pubbliche. Certo c’è necessità di ristrutturare le parti in muratura che cadono a pezzi, ma c’è anche necessità di avviare in parallelo tutte le iniziative possibili per far conoscere il Forte e sfruttarlo in chiave turistica e culturale». «Il progetto di recupero sta avanzando», precisa il vicesindaco Marco Veronese, «il provveditorato ha assegnato l’incarico a due studi per elaborare il progetto di restauro partendo dal portale sfruttando i fondi per le opere di compensazione del Mose. A fine marzo già erano pronte alcune ipotesi di lavoro interessanti. L’istituto castelli è stato prezioso per arrivare al recupero del Forte e sarà ancora partner importante per le iniziative di promozione e valorizzazione». Il protocollo è stato sottoscritto dal sindaco Ferro e dal presidente della sezione Veneto dell’istituto Fiorenzo Meneghelli, il quale ha ricordato il lungo percorso che ha portato al protocollo con i ministeri e il ruolo essenziale svolto dal comitato per il Forte San Felice nella sensibilizzazione al tema partendo dal basso (25.122 firme raccolte nel 2016 con il concorso “I luoghi del cuore” del Fai, ndr).

«L’istituto da sempre è impegnato per il cambiamento d’uso di strutture militari che non hanno più motivo di esistere», sottolinea Andrea Grigoletto della sezione di Venezia, «su Forte San Felice abbiamo sognato per tempo che potesse essere smilitarizzato, restaurato e aperto alla fruizione pubblica. Così sarà grazie al protocollo di gennaio, ma i sogni non sono finiti perché abbiamo la speranza che diventi un museo dello Stato e che nasca un parco delle fortificazioni che comprenda i tesori a sud della laguna».

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