Forte San Felice, firmata l’intesa potrà ospitare hotel e ristoranti
Chioggia. L’edificio passa al Provveditorato alle opere pubbliche che deve effettuare il recupero L’intervento sarà finanziato con i fondi compensazione per il Mose. Stanziati i primi sette milioni
CHIOGGIA. Sette milioni di euro per il restauro del Forte San Felice. L’intervento, finanziato con i fondi di compensazione del Mose, si aprirà entro giugno. Tra le ipotesi anche quella di destinare un edificio storico alla ristorazione e in un altro di creare un albergo.
La strada per il recupero è stata segnata ieri con la firma del protocollo d’intesa tra Ministero della difesa, Ministero delle infrastrutture, Ministero dei beni culturali, Agenzia del demanio e comune di Chioggia. Un momento storico, come lo hanno definito tutti i firmatari. «Storico perché ridiamo alla città un bene dal valore inestimabile», sottolinea il sindaco Alessandro Ferro, «con il protocollo si avvia la smilitarizzazione del compendio, che passa dalla Difesa al Provveditorato alle opere pubbliche che si impegnerà nel restauro. La piccola parte (13%) che la Difesa manterrà per sé sarà affidata a privati con appositi bandi. L’obiettivo di aprire il Forte a una fruizione pubblica e di non perdere un patrimonio storico, naturalistico e artistico è stato centrato». La progettazione e l’avvio dei lavori sarà gestita direttamente dal Provveditorato. «Con i fondi di compensazione del Mose sono stati stanziati per il Forte sette milioni di euro», spiega Roberto Linetti, responsabile del Provveditorato, «due ci sono già e saranno spendibili immediatamente. Con questi avvieremo la progettazione e il primo lotto di lavori, per le parti più urgenti, già nel primo semestre 2018. Gli altri cinque milioni dovrebbero arrivare nel 2019».
Il Forte è uno dei 45 mila beni dello Stato sparsi nel territorio. «Stiamo lavorando molto per far tornare pubblici dei beni militari che non servono più», spiega il generale Massimo Scala del segretariato generale della Difesa, «800 immobili sono rientrati nelle disponibilità degli enti locali perché abbiano una nuova vita. Un plauso va fatto al comitato per il Forte che ha avuto la costanza di tirarci per la giacca e di ricordare a tutti quanto il Forte sia un bene prezioso».
Il ruolo del comitato è stato riconosciuto da tutti. Non solo per l’impegno nella raccolta firme (25.122 che hanno portato il Forte al nono posto nella classifica Fai), ma anche nel proporre aperture straordinarie che hanno fatto conoscere cosa si nasconda al di là dei muraglioni.
«Esiste già una progettazione di massima», spiega il dirigente all’urbanistica, Gianni Favaretto, «che la Regione aveva fatto nel 2007 individuando un parco della laguna con San Felice e Ca’ Roman. Lì si individuavano spazi museali, spazi espositivi, percorsi guidati, punti ristoro e un albergo. Al Comune spetterà la variante urbanistica per poter realizzare queste opere, oggi non contemplate nel Prg».
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