Forte San Felice cerca progetti ma anche finanziamenti

L’obiettivo è riqualificare l’intera area, sia la parte storica che quella naturalistica Tra le prime ipotesi un museo storico e un parco attrezzato nell’area verde



CHIOGGIA

Forte San Felice a caccia di sponsor. Ieri è stata presentata la consultazione pubblica per raccogliere idee e proposte per la futura gestione del Forte. Idee e proposte che potranno essere suggerite da enti, associazioni, singoli e che saranno vagliate dal tavolo tecnico che si è costituito subito dopo la firma del protocollo d’intesa che ha sancito la smilitarizzazione del Forte e l’avvio del recupero conservativo.

L’appello però è anche per così dire economico, per reclutare investitori perché i sette milioni di euro messi a disposizione del Provveditorato alle opere pubbliche, come fondi di compensazione per il Mose, saranno sufficienti per dare avvio al recupero degli edifici più in degrado, in primis il portale, ma non potranno ovviamente essere sufficienti per riqualificare l’intera area e avviarne la gestione.

«Il Forte è una delle nostre perle», spiega il sindaco Alessandro Ferro, «assieme al Ministero dei Beni culturali abbiamo deciso di avviare una consultazione preventiva con la città per capire cosa fare dopo il restauro. L’unico requisito è la fruizione pubblica, inserita in modo chiaro nel protocollo».

L’area comprende molti edifici (che racchiudono la storia militare degli ultimi 700 anni, adatti a spazi museali), alcune aree aperte (che ben si presterebbero per spettacoli eventi pubblici) e un’ampia area verde (adatta per un parco o percorsi naturalistici). La quasi totalità dell’area (oltre l’80%) è già stata trasferita al Ministero delle Infrastrutture (e quindi al Provveditorato) per la destinazione pubblica, una minima parte (caserma francese, alloggi militari, trincea ovest e residenza del custode) rimarrà di proprietà del Ministero della Difesa, ma sarà comunque oggetto di un bando per la valorizzazione (con possibilità di utilizzo commerciale in concessione).

«Con questa consultazione», spiega Daniele Ferraro, direttore del Polo museale veneto, «vogliamo verificare l’esistenza di operatori economici, locali o nazionali, che siano interessati alla gestione del bene e che abbiano idee da proporre. È per noi una sfida entusiasmante perché il Forte rappresenta di certo un bene di grande valore e di enormi potenzialità. È evidente però che oltre alle idee serviranno degli investitori, che potranno anche commutare il canone di concessione con opere di ristrutturazione o manutenzione. Nel tavolo tecnico noi qualche idea l’abbiamo già abbozzata».

Tra le proposte quelle di un parco museale che metta insieme il patrimonio storico (museo) a quello naturalistico (parco) prevedendo laboratori, serre, spazi di intrattenimento (caffetterie, bookshop), spazi per eventi.

«Finalmente», spiega il vicesindaco Marco Veronese, «consultiamo la città prima di procedere con decisioni calate dall’alto, una buona prassi che doveva essere usata anche per il Mose o per il Gpl. La città intera avrà modo di dire come vorrebbe sfruttare al meglio il patrimonio immenso del Forte». —



Riproduzione riservata © La Nuova Venezia